Un grosso cartello campeggia sulla vetrina, “Cessazione di attività”. E poi il messaggio: “Desideriamo esprimere la nostra più sincera gratitudine per la fiducia che ci avete dimostrato nel corso degli anni. È stato un privilegio servire questa comunità e far parte della vostra vita quotidiana”.
Un altro pezzo del commercio foggiano decide di abbassare la saracinesca per raggiunti limiti di età. Si tratta del noto e apprezzato CatShoes di Corso Cairoli a Foggia, il negozio di scarpe per bambini e adolescenti più rappresentativo della città.
Nessun rimpianto e nessun rancore, il titolare Michele Gatta ( da qui il nome Cat Shoes) chiude perché è arrivata la tanto agognata pensione. Nessuno al momento ha pensato di rilevare l’attività, che dal 1999 è su Corso Cairoli, ma che ha cominciato la sua vita nel lontano 1985 in Via Bari con il nome Pollicino.
“Nn pecchiamo di immodestia se diciamo che siamo stati un punto di riferimento di tutti i negozi di calzature di bambini della Puglia, venivano da Lecce e Taranto per prendere spunto dal nostro punto vendita. Avevamo concepito un negozio in maniera alternativa, la nostra politica era quella di ricreare un ambiente casalingo, intimo, domestico in cui bambini e genitori potessero sentirsi come a casa propria. E quindi avevamo e abbiamo divani e poltrone, finestre colorate. Anche i colori ricercati sono stati scelti con l’ausilio di una cromoterapista. Sono colori rilassanti e accoglienti. Grazie a Dio però andiamo in pensione a nostro figlio non interessa questa attività e finora non abbiamo pensato a venderla. Chiuderemo il 24 dicembre, se arriveranno delle proposte dignitose potremmo pensare di cedere l’attività. Ma noi siamo un po’ stufi e stanchi e vorremmo vivere la vita cambiando il modo stessa di approcciarla. Non si può vivere di solo lavoro, oggi è tempo di fare un investimento sullo spirito. Vogliamo viaggiare, ma non da turisti, ma da viaggiatori, per poter meglio assorbire la cultura dei luoghi con occhi tecnici e non occhi superficiali”.
Il primo viaggio sarà nella splendida Camargue, nel Sud della Francia. Qual è stata la più grande emozione nel vendere scarpe ai bambini? “Vedere i bambini a cui abbiamo messo le prime scarpe arrivare con i loro figli è stati un momento impagabile, essere apprezzati ci ha riempito il cuore. Oggi il commercio al dettaglio a largo raggio è cambiato rispetto a tanti anni fa, il primo cambiamento lo hanno portato le grandi superfici di vendita che impoverisco il territorio. Poi è arrivato il commercio online”.
Anche per i bambini che più degli altri consumatori per via di un piedino in continua crescita e di un numero in continuo cambiamento hanno bisogno di provare la scarpa, per non fare un acquisto alla cieca, esistono coloro che usano il negozio di prossimità solo per le prove. Si mette la scarpa, si capisce il numero e il modello e poi si acquista online. Michele Gatta ha visto tanti comportamenti scorretti del genere anche nel suo negozio.
“Non sanno che hanno tutti la stessa gestualità, li riconosciamo subito. L’impegno per un bambino è maggiore, si deve misurare il piede, si perdono 20 minuti di lavoro. Oggi però nessun rimpianto, sono soddisfatto di quello che abbiamo fatto. Adesso non vedo l’ora che arrivi il 24 dicembre”.
Gli sconti sono pazzeschi e di certo la merce, invernale ed estiva, con i grandi marchi e i migliori brand per il piede dei piccoli potrebbe finire molto prima del 24.
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