E’ una scioccante conferma la risposta all’interrogazione a risposta scritta presentata da Davide Tavernise, consigliere regionale capogruppo del M5S, al presidente della giunta regionale e commissario ad acta della sanità per Roberto Occhiuto per chiedere una ricognizione del programma di ammodernamento tecnologico nelle strutture calabresi.
Tavernise aveva denunciato la mancata spesa degli oltre 86 milioni di euro autorizzati alla Regione per l’acquisto di nuovi macchinari tramite fondi per il 95% a carico dello stato. Nell’interrogazione si domandava il motivo per cui di quella somma a disposizione dell’ente regionale già dal 2022 risulti utilizzato soltanto il 38,28%, cioè 33 milioni.Â
La risposta arrivata il 30 settembre dal dipartimento salute e welfare rende noto che, nel lentissimo cronoprogramma, alla data del 31 agosto 2024 sono state ammesse a finanziamento solo 40 attrezzature sulle 85 previste, con il collaudo e la messa in funzione per appena sette di queste. E le altre 45? Quanto si spiega nella nota dell’unità operativa autonoma è ancora più paradossale. I macchinari non ancora comprati non si sa con certezza quando potranno essere nella disponibilità delle rispettive strutture, e viene indicata una scadenza di massima abbastanza lontana: il 31 dicembre 2025 per la messa in esercizio del 95% delle apparecchiature e addirittura la fine del 2026 per la quota rimanente.
La Regione mette inoltre le mani avanti ricordando che titolari degli interventi sono le aziende sanitarie territoriali e spetta a loro la predisposizione di tutti gli atti necessari alla procedura. Il progetto corredato di capitolato prestazionale sarà  poi trasmesso al ministero a cura della Regione, che però ha mero ruolo di supporto. Vale a dire che i ritardi sono imputabili ad Asp e ospedali interessati, mentre la Regione si premurerà di avviare un monitoraggio aggiuntivo oltre a quelli mensili già effettuati, “in considerazione del tempo trascorso dall’approvazione del programma”. Non poco in effetti, perché i fondi sono stati stanziati con deliberazione Cipe a luglio 2019, e il primo dca del commissario ad acta calabrese risale a novembre 2020, poi aggiornato fino al decreto 5 del 31 gennaio 2022, che ha ottenuto il via libera del nucleo di valutazione degli investimenti pubblici del ministero della salute.Â
Le attrezzature destinate ad Asp e azienda ospedaliera di Reggio Calabria
Nella nota di riposta all’interrogazione di Tavernise è riportata in tabella la suddivisione degli acquisti di Tac, Pet, risonanze magnetiche, mammografi e angiografi destinati alle strutture sanitarie regionali. Sul territorio reggino per l’Asp sono stati finanziati 7 acquisti: 3 Tac; 2 tomografi settoriali; 2 mammografi digitali con tomosintesi. L’azienda ospedaliera di Reggio Calabria riceverà invece 13 attrezzature: 1 tac a 128 strati e 2 tac a 256 strati; 3 risonanze magnetiche (tomografi testa); 1 mammografo; 3 angiografici e 1 angiografo bilaterale; 1 sistema tac gamma-camera; 1 acceleratore lineare.Â
Per capire quale sia la situazione sotto la lente reggina prendiamo come riferimento quanto elaborato da Comunità Competente. L’associazione sta rilevando periodicamente lo stato del programma di ammodernamento tecnologico e, in base a questi dati, lo scorso luglio erano effettivamente 40 gli investimenti avviati. Proprio come oggi ribadisce il settore tecnico della Regione rispondendo all’interrogazione di Tavernise. Tra questi figurano alcuni macchinari dei venti complessivi per la provincia di Reggio Calabria, cioè due mammografi nei presidi ospedalieri di Gioia Tauro e Melito Porto Salvo (381.389 euro ciascuno), due Tac a Locri (445.565) e Gioia Tauro (695.565); tre angiografi (668.458 per due e 723.000) e una risonanza magnetica per il Gom; una risonanza magnetica nell’ospedale Morelli (1.284.318). Nove in tutto.Â
Sul totale delle singole spese il contributo della Regione è davvero minimo a fronte delle risorse statali, soldi che per i macchinari ancora non acquistati restano in stand by. Si tratta, come è descritto con chiarezza nello schema di Comunità Competente, di interventi autorizzati nel tempo da novembre 2022 ad aprile 2024 (parlando delle sole voci di Reggio e provincia, perché a luglio sono stati autorizzati altri acquisti per l’Asp di Vibo). Comprendono fornitura, percentuale Iva e i lavori per l’effettivo funzionamento, che secondo quanto appreso con l’interrogazione di Davide Tavernise non sono stati eseguiti per la maggior parte delle 40 attrezzature ammesse.Â
Tavernise: “Fondi non spesi, macchinari fermi e mancanza di programmazione”
“Il quadro è desolante”, ha commentato il consigliere regionale Cinquestelle. “Fondi non spesi, macchinari fermi e mancanza di azione politica. Si tratta di fondi destinati all’ammodernamento tecnologico dei nostri presidi sanitari, per acquistare quellon che serve nei nostri ospedali per dare risposte ai bisogni dei nostri cittadini che ancora oggi preferiscono andare a curarsi fuori regione, facendo lievitare la spesa sanitaria, piuttosto che mettere piede in un ospedale calabrese”.
“Dopo oltre cinque anni di governo delle destre in Regione – conclude – non ci possono più essere scuse. Il commissario ad acta, ossia il presidente della giunta regionale, non può più fare chiacchiere da bar sui social ma deve assumersi specifiche responsabilità sui ritardi e sulla mancanza di programmazione che caratterizza la gestione della sanità calabrese, posto che la classe dirigente è stata scelta dalla maggioranza e non dalla minoranza”.
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