Roma, 7 ott. – Più di 100 anni fa, l’affermazione era “Umano troppo umano”, citando Nietzsche, ma, in occasione della 10^ edizione di One Day Truck & logistica, svoltasi a Bologna questo 7 e 8 ottobre, è stato presentato il libro “Umano, poco umano”. Sorge quindi spontanea la domanda “Quanto l’intelligenza artificiale sta cambiando il mondo?”
Purtroppo (o per fortuna) la differenza la fa la nostra umanità, tutti gli ambiti della nostra vita personale e professionale stanno subendo un mutamento, così come la filiera truck.
Negli ultimi anni, la necessità di rispondere a nuove esigenze di mercato, come la crescente domanda di efficienza e sostenibilità, ha portato le aziende del settore a integrare tecnologie avanzate nei loro processi operativi: a tal proposito, Alessandro Peron sottolinea come “cambieranno i rapporti tra noi, i nostri colleghi e i nostri collaboratori, la tecnologia sta modificando il nostro quotidiano e il lavoro”. Infatti, la digitalizzazione non si configura più soltanto come un’opzione, ma come un imperativo strategico per mantenere competitività in un contesto sempre più sfidante.
Attraverso l’uso di piattaforme di telematica avanzata, i gestori possono monitorare in tempo reale lo stato dei veicoli, ottimizzare i percorsi e ridurre il consumo di carburante. Ciò si traduce in una riduzione dei costi operativi e in una maggiore puntualità nelle consegne, fattori cruciali in un’epoca in cui la tempestività e la precisione sono determinanti per la soddisfazione del cliente finale.
L’intelligenza artificiale e il machine learning permettono di elaborare grandi volumi di informazioni provenienti dai veicoli, dalle infrastrutture e dalle operazioni logistiche, anticipando malfunzionamenti e ottimizzando la manutenzione.
La digitalizzazione ha altresì implicazioni rilevanti per la sostenibilità ambientale. L’adozione di tecnologie che ottimizzano i consumi energetici e riducono le emissioni di CO2 rappresenta un contributo significativo per raggiungere gli obiettivi di transizione ecologica fissati dalle normative europee.
In aria di Legge di bilancio, tutto ciò che rende più produttiva la filiera e meno onerosa, sembra essere un valore aggiunto, ma con quali conseguenze?
Molto spesso ci facciamo coinvolgere dal correre del tempo, vogliamo starne al passo in modo frenetico, ma dimentichiamo la nostra umanità.
“Beata l’ora” della valorizzazione del patrimonio più grande che abbiamo: la nostra umanità che, nella sua semplicità e complessità, ci permettere di coltivare e tramandare, tradizioni, valori e pilastri che ci permettono di portare avanti diritti e doveri che ci rendono, soprattutto, persone.
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