L’Accademia svedese ha assegnato il Premio Nobel per la Letteratura 2024 alla scrittrice sudcoreana Han Kang. Per “la prosa intensamente poetica che si confronta con i traumi storici e che rivela la fragilità della vita umana” e per la sua “consapevolezza unica delle connessioni tra corpo e anima, tra i vivi e i morti, e perché con il suo stile poetico e sperimentale è diventata un’innovatrice della prosa contemporanea”. Nata il 27 novembre 1970, Han Kang ha vinto il Man Booker International Prize per la narrativa nel 2016 per The Vegetarian, un romanzo sulla discesa di una donna nella malattia mentale e l’abbandono da parte della sua famiglia, edito in Italia con il titolo La vegetariana (Adelphi). Tra le altre opere di Han Kang pubblicate nel nostro Paese da Adelphi figurano: L’ora di greco, Atti umani (Premio Malaparte nel 2017), Convalescenza.
Figlia d’arte, il padre era il famoso romanziere Han Seungwon, Han Kang ha iniziato la sua carriera nel 1993, con la pubblicazione di cinque poesie sulla rivista Letteratura e società. In Atti umani si è ispirata ad un episodio di rivolta urbana realmente avvenuto nel 1980 a Gwangju, dove è cresciuta e dove centinaia di studenti e civili disarmati furono assassinati durante un massacro compiuto dall’esercito sudcoreano. Il debutto nella narrativa arriva nel 1995, con la raccolta di racconti L’amore di Yeosu. Con il racconto Red Anchor ha vinto il Seoul Shinmun Spring Literary Contest. Scrittrice originale, diciassettesima donna a vincere il Nobel per la Letteratura, Han Kang ha studiato letteratura coreana alla Yonsei University.
Sempre per Adelphi è atteso il 5 novembre 2024 in libreria Non dico addio, nella traduzione di Lia Iovenitti, una sorta di arduo e doloroso viaggio d’inverno, compiuto dalla protagonista Gyeong-ha verso l’isola di Jeju per dare da bere al pappagallino di un’amica, che è rimasto da solo e rischia di morire. Senza esitare Gyeong-ha accetta la pressante richiesta dell’amica Inseon, ricoverata in ospedale a Seul, ma a Jeju la accoglie una terribile tempesta di neve e poi un sentiero nel buio dove si perde, cade e si ferisce. Ma niente riesce a fermarla. Gyeong-ha si rialza e prosegue, perché sa che deve assolutamente raggiungere la casa di Inseon e salvare il pappagallo.
Quando arriverà, potrà soltanto seppellirlo, scavando a fatica nella neve e nella terra gelata. Poco dopo, però, lo vedrà di nuovo svolazzare nelle stanze buie e fredde – e insieme a lui comparirà anche l’amica, che aveva lasciato all’ospedale. Sotto la sua guida, Gyeong-ha compirà un altro viaggio: una discesa agli inferi, questa volta, nella storia della famiglia di Inseon e di uno dei massacri più infami che la Corea abbia mai conosciuto – quello perpetrato, tra la fine del 1948 e i primi mesi del 1949, ai danni di trentamila civili accusati di essere comunisti. Lirica e implacabilmente precisa, la scrittura di Han Kang segue l’itinerario onirico e memoriale di Gyeong-ha, dove la frontiera tra visibile e invisibile sembra svanire, ma non la realtà atroce della violenza. Apparso nel 2021, Non dico addio in Francia ha ricevuto il Prix Médicis Étranger 2023 e il Prix Émile Guimet 2024 ed è l’ottavo romanzo di Han Kang.
Aggiornato il 10 ottobre 2024 alle ore 15:36
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui