Il concordato e la sanatoria fiscale stanno “funzionando” meglio nelle Regioni del Nord Italia, rispetto alle Regioni del Sud Italia.
Differenze tra Nord e Sud
A dirlo sono i punteggi fiscali sulla fedeltà contributiva, ovvero quei dati che riflettono una maggiore disciplina fiscale nelle regioni settentrionali, favorendo così il buon esito della sanatoria. Secondo le statistiche, il tasso di infedeltà fiscale, definito come la mancata regolarizzazione o il ritardo nel versamento delle imposte, è invece più marcato in alcune province del Sud. Taranto e Isernia sono due esempi di città dove questo fenomeno raggiunge percentuali particolarmente elevate. In queste aree, quasi un contribuente su due non supera il punteggio di fedeltà fiscale di 8 su 10, un valore che denota un’ampia zona di “rischio fiscale”.
D’altro canto, il Nord Italia sta rispondendo meglio agli incentivi del Governo, con un’adesione più diffusa al ravvedimento speciale. Qui, contribuenti e imprese approfittano maggiormente delle condizioni agevolate per regolarizzare la propria posizione fiscale, riducendo così il rischio di sanzioni future. Lombardia, Veneto e Piemonte sono in testa per numero di adesioni alla sanatoria, confermando l’efficacia delle misure in queste regioni. La Lombardia, con oltre 515.000 contribuenti coinvolti, si distingue per il volume di partecipanti, seguita a ruota da Veneto e Emilia-Romagna.
Le differenze di reddito tra Regioni italiane
Un altro fattore determinante per la riuscita di queste misure è la differenza nel reddito medio dichiarato dalle Regioni italiane. In molte province settentrionali, dove i redditi sono mediamente più alti, il rischio di evasione fiscale si riduce (e quindi c’è una maggiore propensione a sfruttare le opportunità di regolarizzazione in tema fiscale). Al contrario, nelle regioni del Sud, con redditi più bassi e un’economia più frammentata, la situazione èpiù difficile da sanare. Da qui un tasso di infedeltà fiscale più elevato.
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