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La Bce teme la recessione e abbassa i tassi di interesse #finsubito prestito immediato


La Banca Centrale Europea teme la recessione ed abbassa nuovamente i tassi. Anche se è un ribasso contenuto, di fatto è il terzo in pochi mesi e soprattutto il secondo consecutivo da settembre, conferma l’intenzione della Banca centrale europea al ribasso dei tassi, dopo che i rialzi degli ultimi due anni hanno contribuito a riportare l’inflazione su livelli più ‘normali’.
Dopo il taglio di settembre, gli analisti avevano previsto che ne sarebbe arrivato un altro prima della fine dell’anno. La data ritenuta più probabile era quella del vertice di dicembre, ma nelle ultime settimane si era capito che probabilmente l’abbassamento sarebbe stato anticipato.
Poco più di una settimana fa, riferendosi a un nuovo intervento ad ottobre, il membro francese del direttivo della Banca, Francois Villeroy de Galhau, ha dichiarato: “È molto probabile”.
Bisognerà aspettare per capire se un quarto taglio possa arrivare entro l’anno, magari a dicembre.
Concretamente, questa nuova mossa della Bce certifica che ora le economie europee sono in una fase diversa rispetto a quella di inizio anno. Dal 2022 in poi, la stessa Banca centrale aveva alzato bruscamente i tassi: l’obiettivo era limitare l’inflazione, e quindi l’aumento dei prezzi, che in quei mesi aveva raggiunto dei picchi che non si vedevano da decenni. All’inizio del 2024 la situazione era migliorata, le stime dicevano che probabilmente l’inflazione si sarebbe abbassata, ma non ce n’era la certezza.
Oggi, quel risultato è stato decisamente raggiunto. In Italia, l’inflazione è tra le più basse, siamo sotto l’1% mentre due anni prima si superava il 10%. Nella zona Euro, la previsione della Bce è che si arriverà sotto il 2% nel 2026. Così, sono partiti i tagli graduali, mentre diversi esponenti politici chiedevano di fare più in fretta. A beneficiarne, come già avvenuto negli scorsi mesi, dovrebbe essere soprattutto chi ha bisogno di un prestito, o chi sta già pagando le rate di un mutuo a tassi variabili.
Ma i benefici arrivano anche nel Bilancio dello Stato per il pagamento degli interessi sul debito pubblico arrivato ai limiti della tollerabilità.
La manovra sui tassi d’interesse della Bce spingono le banche ad alzare o abbassare i tassi offerti ai propri clienti. Con il ribasso di oggi, insieme a quelli degli scorsi mesi, la direzione è chiara e quindi è sempre più probabile che chi deve accendere un mutuo trovi dei tassi minori rispetto, ad esempio, a un anno fa.

Chiaramente, se si parla di mutui a tasso fisso la questione riguarda solo chi deve chiedere un nuovo prestito. Chi invece sta già pagando le rate non vedrà nessuna differenza, dato che il tasso è, appunto, fisso. Se si cerca un mutuo, invece, si noterà che le offerte si sono lentamente abbassate negli scorsi mesi. Tendenzialmente, i mutui a tasso fisso hanno delle condizioni più costose perché, in cambio, offrono la certezza che l’importo della rata non cambierà anche se i tassi d’interesse dovessero tornare a crescere.
Dall’altra parte, i mutui a tasso variabile saranno i più influenzati. Sia che si debba cercare un nuovo prestito, sia che si stiano già pagando le rate. L’importo dei pagamenti, infatti, è definito dall’andamento dei tassi d’interesse. E così, anche se l’abbassamento non sarà istantaneo e non sarà identico per tutte le banche, le condizioni miglioreranno progressivamente. Resta da vedere se la Bce deciderà di proseguire con un nuovo taglio prima della fine dell’anno, o se invece deciderà di fermarsi per il momento.
A seguito del taglio dei tassi della Bce di 25 punti base, le rate dei mutui variabili di conseguenza si alleggeriranno con un risparmio compreso tra i 13 e i 30 euro al mese. Considerando un mutuo a 20 anni di importo compreso tra i 100mila e i 200mila euro, il risparmio sulla rata mensile varia tra i 13 e i 27 euro, pari a una minore spesa annua tra -156 e -324 euro, secondo i calcoli fatti da Codacons.
Ma se nel 2024 il calo per un mutuo standard è stato di poco superiore ai 36 euro, la buona notizia è che gli indici dovrebbero continuare a diminuire anche nei prossimi mesi: analizzando l’andamento dei Futures sugli Euribor a 3 mesi (aggiornati al 7 ottobre 2024). Facile.it ha calcolato che le rate potrebbero scendere di circa 38 euro entro i primi mesi del 2025 e, complessivamente, di circa 95 euro entro la fine del prossimo anno. Dati alla mano, quindi, la rata di un mutuo standard da 126.000 euro in 25 anni, LTV 70%, Tan iniziale 0,67% (Euribor3m+1,25%) sottoscritto a gennaio 2022, passerebbe dai 714 euro di ottobre 2024 ai 676 euro di inizio 2025, arrivando alla fine del prossimo anno a circa 620 euro.
Se, come detto, la prospettiva dei tassi variabili è di continuare a calare nel prossimo anno, un’opportunità più veloce per abbattere la rata è rappresentata dalla surroga.
Gli esperti di Facile.it spiegano: “Le banche in questa fase di mercato stanno offrendo tassi surroga fissi davvero interessati e questo rappresenta un’opportunità non solo per chi ha un mutuo variabile e vuole passare al fisso, abbattendo così la rata e bloccandola per il resto del piano di ammortamento, ma anche per chi ha già in essere un finanziamento fisso sottoscritto a condizioni meno vantaggiose rispetto a quelle attuali”.
Basti pensare che, a titolo esemplificativo, appena 12 mesi fa i migliori tassi fissi per un mutuo standard partivano da un TAN pari a circa 3,80% con una rata di circa 650 euro, mentre oggi, come detto, i tassi surroga partono da una rata di 584 euro.
Sebbene, in generale, non esista una scelta giusta o sbagliata in assoluto tra tasso fisso e variabile, in questo momento le condizioni di mercato sono chiaramente a favore dei fissi. Guardando alle migliori offerte a tasso fisso disponibili online per un mutuo standard, i TAN partono da 2,79%, con una rata di 584 euro. Per i tassi variabili, invece, le migliori offerte partono da un TAN pari al 4,10%, con una rata iniziale di circa 665 euro e una differenza di circa 80 euro rispetto alla miglior offerta a tasso fisso.
Per quanto ovvio, alla luce dei vantaggi derivanti dal calo degli interessi per i privati e per il debito pubblico, la finanziaria andrebbe rivista. Attualmente agli italiani viene presentata una manovra finanziaria totalmente vuota di contenuti e che oggi non è più rispondente agli aggregati macroeconomici del Paese. Le motivazioni dei sindacati per uno sciopero generale sono così aumentate.
L’unica cosa buona che potrebbe fare il governo per far diminuire il debito pubblico non viene fatta. Il riferimento è ad una seria lotta all’evasione ed all’elusione fiscale e contributiva. Un male che non è stato mai debellato per mancanza di una seria volontà politica e che ha penalizzato negli anni gli onesti contribuenti fatti principalmente da lavoratori e pensionati.

 

Salvatore Rondello



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