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“Le prospettive sono rosee”. Detrazioni, si cambia #finsubito prestito immediato


La manovra è un cantiere aperto, anche dopo il varo da parte del Consiglio dei ministri. Per il testo definitivo bisognerà attendere ancora qualche giorno. Ma i tecnici del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sono già al lavoro per le limature, soprattutto sulle destrazioni fiscali, dove l’effetto combinato del tetto di spesa modulato in relazione al reddito e al nucleo familiare potrebbe comportare aumenti di imposte anche sul ceto medio, a quota 50mila euro di reddito. Il taglio complessivo, circa un miliardo si scaricherà soprattutto su single, coppie e pensionati.

IL RATING

Nel frattempo, l’Italia ha passato indenne l’esame delle principali agenzie di rating. Standard & Poor’s conferma il giudizio, di certo non lusinghiero di BBB, con outlook stabile, ma, nelle motivazioni allegate, parla di “prospettive di crescita del Pil italiano rosee”, con l’economia attesa a crescere di circa l’1% nel periodo 2024-2025 rispetto allo 0,2% del decennio precedente alla pandemia. E se S&P punta il dito contro l’elevato debito, un fardello che non può far alzare il rating complessivo, Fitch promuove ancora di più l’Italia rispetto al passato. Infatti alza l’outlook a positivo, se pur anch’essa confermando il giudizio complessivo a BBB. “L’Italia – scrive Fitch – ha un piano fiscale credibile e una situazione politica stabile che, se continuerà, sosterrà il consolidamento di bilancio. La credibilità di bilancio dell’Italia è aumentata, e il budget 2025 mette in evidenza l’impegno del governo alle regole fiscali dell’Ue”. Giorgetti: questi giudizi “sono il risultato dell’azione responsabile di questo governo che si traduce in credibilità”.

DETRAZIONI

Fino ad ora gli “sconti fiscali” previsti dai vari bonus e incentivi registravano un decalage a partire dai redditi superiori ai 120mila euro fino ad azzerarsi a quota 240mila. Dal 2025 la tagliola del governo, invece, scatta molto più giù. Infatti, nella manovra, sono stati introdotti tetti alle spese sostenute dai contribuenti e che potranno essere “detratte” nella dichiarazione dei redditi. Si ragiona attorno a tre scaglioni anche se, le rispettive percentuali, potrebbero subire qualche modifica. Per i redditi fino a 50mila euro la soglia massima è dell’8%, da 50mila a 100mila del 6% e oltre i 100mila del 4%. Significa che per chi guadagna 50mila euro, la detrazione massima non potrà andare oltre i 4mila euro, per 100mila euro la soglia sarà di 6mila e oltre i 100mila non si potrà superare i 4mila di spese in detrazione.

LA VARIANTE FAMILIARE

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Il governo ha voluto anche dare un segnale a favore dei nuclei familiari più numerosi. Per una coppia con tre o più figli l’importo massimo salirà nella stessa fascia di reddito fino a 8mila euro. Nel calcolo del tetto rapportato al reddito entreranno tutti gli oneri detraibili comprese le spese per la casa compresi i vari bonus ristrutturazioni. In tutti i casi però il nuovo limite si applicherà solo alle nuove spese, ossia a quelle effettuate a partire dal 2025.

LE CONTROMOSSE DEL MEF

Per evitare una perdita al Mef si sta studiando un meccanismo che non prevede una percentuale secca. Anzi, fanno filtrare dal dicastero guidato da Giorgetti, le soglie allo studio potrebbero essere superiori agli importi equivalenti alle percentuali delle indiscrezioni circolate finora (8%, 6% e 4%). L’obiettivo è fare in modo che si ottenga un effetto combinato dal nuovo sistema di detrazioni e quello delle aliquote Irpef.

LE SIMULAZIONI

Nel calcolo delle soglie per le detrazioni entrano tutti gli sconti fiscali, dal bonus casa a quello per le spese sanitarie, ovviamente con le diverse aliquote previste dalle attuali norme. Fino ad ora, un contribuente con 50mila euro di reddito, non rischiava alcun taglio. Poteva portare tutto in detrazioni, dal bonus ristrutturazione del 50% fino al 19% delle spese sanitarie, nei limiti della capienza fiscale. Ad esempio, se ha fatto lavori a casa per 90mila euro, fino ad ora poteva detrarre il 50% della spesa in dieci anni, con uno sconto di 4.500 euro all’anno. Ora, non potrà andare oltre i 2.250 euro, praticamente la metà. A patto, ovviamente, di non aver almeno tre figli. In questo caso la perdita sarebbe solo di 500 euro. Per un contribuente con 70mila euro di reddito annuo, la soglia sarà di 4.200 euro mentre per un single che guadagna 120mila euro l’anno la detrazione massima non potrà superare i 4.800 euro l’anno. Il nuovo sistema, in ogni caso, non sarà retroattivo, ma scatterà sulle spese (e sui contratti di mutuo) dal 2025 in poi.



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