un giro d’affari da 200mila euro #finsubito prestito immediato

ASCOLI Hanno seguito il denaro e alla fine, gli inquirenti, sono riusciti a ricostruire tutti i movimenti delle presunte truffe nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’avvocato Alessandro Pettine e del commerciante Fabio Carpani. Un giro di soldi fatto di bonifici, pagamenti con il pos e giroconti anche su banche estere che ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati anche altre persone per le quali, almeno finora, non è stata richiesta alcuna applicazione di misure cautelari.

I reati

I reati ipotizzati nei confronti dei sei indagati (fra cui un 60enne di Porto Sant’Elpidio) a vario titolo, sono di truffa, riciclaggio, autoriciclaggio e impiego di denaro di provenienza illecita dal momento che l’avvocato, proponendo l’assistenza legale ai suoi clienti che avevano pendenze civili, li avrebbe indotti a sottoscrivere falsi accordi transattivi per opporsi a un pignoramento o avrebbe predisposto falsi provvedimenti del tribunale di Ascoli, Teramo e Fermo per sanare le controversie e versare su conti correnti di società costituite allo scopo, le somme pattuite nei falsi accordi.

Sette le presunte truffe che sono state ricostruite partendo dalle querele presentate dai clienti dell’avvocato Pettine e che si erano rivolte all’autorità giudiziaria quando avevano scoperto che nonostante avessero versato quanto richiesto si erano resi conto che i procedimenti civili andavano comunque avanti. È questo il caso di una coppia dell’entroterra piceno che si era rivolta a lui per opporsi al pignoramento di un immobile da parte di una società creditrice.

L’avvocato, secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini e che dovranno essere confermate nel corso del procedimento penale, aveva fatto firmare ai suoi clienti un accordo transattivo che prevedeva il versamento alla società creditrice di 55mila euro. Ma nonostante i versamenti fossero stati fatti, la coppia venne poi contattata dal tribunale di Ascoli per informarli che nei giorni successivi ci sarebbe stato un sopralluogo da parte dell’ufficiale giudiziario. Preoccupati si erano rivolti al loro difensore che aveva dato loro dei consigli per evitare che ciò avvenisse e rassicurandoli sul fatto che si trattasse di una cosa normale. A questo, poi, si erano aggiunte altre problematiche avevano alimentato nella coppia i dubbi di essere stati truffati e pertanto si era decisa a presentare querela.

La scoperta

I finanzieri avrebbero poi scoperto che il versamento di 55mila euro era stato effettuato a favore di una società il cui nome differiva di poco da quello del reale creditore. Le Fiamme gialle avrebbero poi accertato che una parte della somma era stata versata su un conto di una società estera nella quale Pettine rivestiva il ruolo di Ceo; il resto della somma sarebbe stata suddivisa e corrisposta a società riconducibili agli altri indagati attraverso bonifici o pagamenti pos. L’avvocato Pettine avrebbe incassato anche altri soldi per spese e onorari. Per la Procura, le sette truffe avrebbero cagionato un danno per le persone offese sui 200mila euro.