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Pompe di calore in Italia: motore della transizione energetica #finsubito prestito immediato


Le pompe di calore possono contribuire alla transizione ecologica e all’efficienza energetica. L’Unione Europea ha stabilito di raggiungere una completa decarbonizzazione entro il 2050 e di ridurre del 55% le proprie emissioni climalteranti entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.

Per ridurre sensibilmente consumi ed emissioni entrano in gioco le pompe di calore, tecnologia matura “molto più efficiente dal punto di vista energetico rispetto alle caldaie”, evidenzia la Commissione Europea. Consentono un maggiore utilizzo di fonti di energia rinnovabili, energia ambientale e calore di scarto.

L’Italia, che rappresenta uno dei mercati più importanti in Europa, vede installate circa 22 milioni di pompe di calore elettriche, di cui 3,8 milioni rappresentano l’unico dispositivo di riscaldamento presente in abitazioni, uffici e attività commerciali (ultimi dati Assoclima).

Dopo il boom del Superbonus, il mercato ha subito un rallentamento. È un problema dal punto di vista ambientale ed economico.

Per il primo aspetto, è utile sottolineare la loro elevata efficienza di targa, con valori medi del 220-240%, e le emissioni di CO2 molto contenute (Fonte: BIP Consulting), che ne fanno un ottimo strumento per ridurre consumi e inquinamento. Per il secondo, è bene sapere che l’Italia è “la seconda industria europea delle pompe di calore, con 110mila posti di lavoro”, ha fatto notare Maurizio Marchesini, Amministratore Delegato Rhoss (e presidente Assoclima) nel corso della digital round table “Pompe di calore: istruzioni per l’uso”, organizzato da Radio 24, cui hanno partecipato alcuni dei protagonisti del settore.

Pompe di calore: strumenti per la transizione e l’efficienza energetica degli edifici

È sempre bene ricordare che per ridurre l’impatto emissivo, occorre lavorare su più fronti, primo dei quali è quello residenziale. Secondo Eurostat, circa la metà di tutta l’energia consumata nell’UE è utilizzata per il riscaldamento e il raffreddamento, e più del 70% proviene ancora da combustibili fossili (principalmente gas naturale). Nel settore residenziale, circa l’80% del consumo energetico finale è utilizzato per il riscaldamento degli ambienti e per l’acqua calda sanitaria.

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Partecipanti alla tavola rotonda: Diego Ciocca – Head of Product Management Samsung Electronics AirConditioning Europe, Massimiliano Pierini – Managing Director RX Italy, Riccardo Bani – Presidente Teon, Maurizio Marchesini – Amministratore Delegato Rhoss

L’Europa punta alla neutralità climatica entro il 2050. L’intenzione dell’UE è di disincentivare l’uso di caldaie a gas e porre l’accento sull’elettrificazione dei consumi. Questo dovrebbe favorire l’espansione delle pompe di calore, dispositivi che trasferiscono calore da una posizione all’altra tramite un ciclo di refrigerazione o un processo termodinamico, come ha ricordato Claudio Zilio, docente di Fisica Tecnica all’Università degli Studi di Padova e Presidente di AiCARR, nel corso della digital round table. La duttilità di impiego ne fa uno strumento di ampio uso: possono essere impiegate per il riscaldamento, l’acqua calda e il raffreddamento degli spazi negli edifici.

Uno studio dell’Università di Oxford e del Regulatory Assistance Project ha dimostrato che le pompe di calore sono efficienti anche in climi estremamente freddi, rivelando che sono due volte più efficienti dei sistemi di riscaldamento elettrici. Inoltre, è stato evidenziato che le pompe di calore ad aria sono adatte alle temperature gelide.

Lo conferma l’eccellente riscontro, in termini di impiego, che si conta nell’Europa del Nord: queste tecnologie, infatti, forniscono il 60% del fabbisogno di riscaldamento totale in Norvegia e oltre il 40% in Finlandia e Svezia. Questi tre paesi scandinavi hanno anche il numero più alto di pompe di calore pro capite al mondo (Fonte: Commissione UE).

Le pompe di calore in Italia

In Italia le pompe di calore si prestano molto per un loro ancora più largo impiego. Soprattutto, sono elementi essenziali per raggiungere gli obiettivi che il nostro Paese ha incluso nel PNIEC 2024. Già oggi, rispetto agli attuali apparecchi basati su fonti fossili, utilizzano non meno del 70% di energia rinnovabile, riducono del 50-60% il fabbisogno di energia primaria e mai meno del 60% le emissioni di CO2.

Tuttavia, permangono alcune problematiche, tra questi:

  • i costi di impianto ancora elevati rispetto alle soluzioni tradizionali,
  • la scarsa conoscenza della tecnologia da parte dell’opinione pubblica.

Proprio sul mercato delle pompe di calore è intervenuto Massimiliano Pierini, managing director RX Italy, organizzatore di MCE – Mostra Convegno Expocomfort, la più importante fiera internazionale biennale dedicata all’impiantistica civile, industriale e della climatizzazione. “Riteniamo che la pompa di calore sia un prodotto fondamentale per la transizione energetica. Per questo abbiamo ideato un evento dedicato Heat Pump Technologies ad aprile 2025. Detto questo, il mercato, dopo l’euforia del Superbonus, è sostanzialmente fermo. Si può essere pro o contro il Superbonus, ma va detto che ha avuto il grande pregio di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di riqualificare il patrimonio immobiliare”, disponendo di strumenti tecnologici, quali le pompe di calore, per ridurre consumi ed emissioni.

Massimiliano Pierini - Managing Director RX Italy
Massimiliano Pierini – Managing Director RX Italy

Una ricerca fotograferà il mercato Italia

Proprio per offrire una panoramica completa delle tecnologie disponibili, delle normative attuali e degli strumenti di incentivazione esistenti, Il mercato italiano delle pompe di calore sarà oggetto di un’approfondita analisi da parte del think tank Energy & Strategy Group. Questo studio costituisce un’importante occasione per valutare lo stato attuale del settore e delinearne le prospettive future. I risultati della ricerca saranno presentati durante l’evento HPT2025.

Utili nel residenziale, in pieno sviluppo nel terziario

Le pompe di calore in Italia hanno necessità di crescere nel residenziale, ma bisogna considerare che è una tecnologia che si presta molto bene anche in altri settori. La conferma viene dal commerciale terziario “dove le pompe di calore sono cresciute del 40-60% rispetto agli anni precedenti, quindi numeri incomparabili con gli anni precedenti e il trend continua”.

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C’è il tema della transizione ecologica, comunque cardinale, e che impegna anche il nostro Paese a un cambio di prospettiva e di fonti. Ecco perché, già nel medio periodo la crescita delle pompe di calore, fosse solo per l’innovazione che hanno avuto, ci sarà.

Riccardo Bani - Presidente Teon
Riccardo Bani – Presidente Teon

Ma non solo per i temi ambientali: i valori economici sono destinati a emergere. Lo ha sottolineato Riccardo Bani, presidente Teon, ricordando che nel residenziale due terzi della bolletta di una famiglia è legata al riscaldamento. “Si riesce a ridurre la bolletta grazie all’elettrificazione dal 30% fino al 60% se si usa una soluzione geotermica. Inoltre, va anche considerato il tema del valore immobiliare, perché sostituendo fonti fossili con fonti rinnovabili, l’edificio cresce di due o tre classi energetiche, contando un immobile che ha un maggior valore. Ormai i tassi dei mutui lo dimostrano e anche le transazioni immobiliari”.

Elevare la consapevolezza, secondo noi, dell’utente finale è fondamentale perché la ricerca del comfort è funzionale ad avere prodotti performanti ed efficienti – ha aggiunto Massimiliano Pierini -. Certo, se si vuole arrivare a 28 milioni di pompe di calore al 2040 occorre adottare accorgimenti per incentivare all’adozione su più larga scala di questa tecnologia”. Incentivi governativi e bonus fiscali potrebbero aiutare, come hanno messo in rilievo i partecipanti alla digital round table.

Il ruolo degli incentivi, tra passato (Superbonus), presente e futuro

Di certo, le pompe di calore in Italia hanno avuto un forte slancio anche grazie al Superbonus. Va anche ricordato il peso che tale misura incentivante ha avuto. Lo ha ricordato Giuseppe Latour, giornalista del Sole 24 Ore, intervenuto alla digital round table: in base agli ultimi dati del ministero dell’Economia è arrivato a totalizzare circa 160 miliardi di crediti fiscali dal 2020 ad oggi. Quanto sia importante per le tecnologie efficienti il tema dell’incentivazione e delle agevolazioni fiscali lo si comprende dai dati ENEA.

L’aggiornamento 2022 consente di comprendere l’impatto, in termini di installato, delle pompe di calore: si parla di circa 200mila pompe di calore a compressione, mentre i sistemi ibridi sono stati 180mila. Per fare un confronto utile a comprendere la forza di questi numeri, va considerato che i cappotti termici installati nello stesso periodo sono stati 200mila.

Oggi, le forme incentivanti sono ecobonus (65%), bonus ristrutturazioni (50%) e conto termico (non eccedente il 65% della spesa ammissibile sostenuta). Quest’ultimo, però, non è una detrazione ma è un contributo gestito dal GSE.

Nel prossimo futuro, come si delinea da uno specifico articolo del Ddl Bilancio (in bozza), il bonus ristrutturazioni verrà rinnovato con la stessa entità, ma solo per le prime case. Per le seconde, la detrazione scenderà al 36%. L’ecobonus, anch’esso prorogato, passerà anch’esso al 50%, non facendo differenze tra tecnologie.

La questione degli incentivi è assai importante, ma altrettanto critica. “Serve una visibilità su un arco temporale lungo”, ha detto Bani a proposito degli incentivi, ricordando che vari esponenti di governo avevano parlato di una stabilità di questi strumenti di incentivazione e di sostegno, anche per dare delle indicazioni alle imprese che investono in attività manifatturiere. “Occorre dare almeno una visibilità sul medio-periodo”. Un altro tema collegato, e rilevato dallo stesso Bani, è che non c’è un meccanismo di premialità: “si deve mettere a punto un meccanismo per premiare il risultato finale in maniera proporzionalmente crescente all’obiettivo raggiunto”.

L’industria italiana delle pompe di calore

Soprattutto, occorre fornire garanzie di continuità di una visione che guarda alla necessità di decarbonizzazione e che avrebbe risvolti importanti anche a livello industriale. Lo ha ricordato Marchesini: “Su 250 aziende attive nell’UE, 50 hanno sede in Italia. Il numero maggiore a livello europeo di produttori di pompe di calore è in Italia, il secondo in Francia”. Tuttavia nel Paese transalpino, il presidente Emmanuel Macron ha annunciato a settembre 2023 che la Francia dovrà produrre un milione di pompe di calore entro la fine del 2027 e lo scorso aprile il ministro francese dell’Economia e dell’Energia, Bruno Le Maire, ha presentato il piano del governo per rilanciare il settore delle pompe di calore, dando seguito concreto all’annuncio.

Maurizio Marchesini - Amministratore Delegato Rhoss
Maurizio Marchesini – Amministratore Delegato Rhoss

La filiera italiana è forte, ma il rischio è che con il tempo qualche altro Paese si ritagli maggiori spazi, ricordando i 7 miliardi di euro di investimenti che il settore ha pianificato in Europa per il 2022-2025. L’industria delle pompe di calore in Italia conta anche su comparti di indubbio valore, quale la componentistica: il 65% viene prodotto nel nostro Paese.

Una tecnologia sofisticata, ma facile da usare. Serve però una pianificazione, competenze e formazione

Quindi, occorre supportare un’industria fiorente, ma soprattutto, va stimolata l’espansione di tecnologie capaci di contribuire alla transizione ecologica ed energetica. A partire dalla consapevolezza di una adeguata conoscenza delle caratteristiche e delle prestazioni delle pompe di calore.

Le richieste del mercato sono chiare, ha evidenziato Diego Ciocca, head of product management Samsung Electronics Air Conditioning Europe: efficienza, comfort, bassa rumorosità, tutte caratteristiche pienamente comprese dalle soluzioni sul mercato. “Innanzitutto, chi intende pianificare l’adozione di una pompa di calore è bene che si rivolga a un professionista in grado di analizzare le caratteristiche della abitazione e progettare la soluzione su misura alle specifiche esigenze”.

Diego Ciocca - Head of Product Management Samsung Electronics AirConditioning Europe
Diego Ciocca – Head of Product Management Samsung Electronics AirConditioning Europe

Oggi le pompe di calore sono ideali sia per i nuovi contesti sia per le ristrutturazioni, sia in presenza di impianti radianti sia con i classici radiatori. La tecnologia, poi, è in grado di soddisfare le richieste anche di una gestione da remoto, ormai prassi abituale prevista nei prodotti sul mercato. Il livello di digitalizzazione delle tecnologie è spinto, permettendo di gestire al meglio consumi ed efficienza.

Stiamo parlando di soluzioni tecnologicamente sofisticate, ma il principio di funzionamento delle pompe di calore è improntato sulla semplicità. Ma questo avviene se la soluzione è stata installata a regola d’arte. Da qui la necessità di contare su figure competenti ed è un aspetto su cui tutti i protagonisti del settore hanno posto l’accento, tanto quanto su una maggiore consapevolezza del consumatore finale, sempre più calato nei panni del prosumer, con tutte le prospettive e opportunità che questo apre, anche in termini di attori del prossimo mercato dei servizi dell’energia.



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