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taglio dei tassi BCE, il 34% degli italiani in cerca della casa lo ritiene un incentivo per il mutuo Assinews.it #finsubito prestito immediato


Una nuova ricerca Changes Unipol, elaborata da Ipsos, rileva le reazioni e le opinioni degli italiani in merito alla riduzione dei tassi di interesse avviata lo scorso mese di giugno e dopo che quest’oggi la Banca Centrale Europea ha annunciato un nuovo ulteriore taglio di 0,25 punti base.

L’impatto della riduzione dei tassi da parte della BCE su finanziamenti e mutui Il 34% degli italiani in cerca della casa ritiene che il taglio dei tassi da parte della BCE rappresenti un incentivo alla sottoscrizione di un mutuo soprattutto per la prima casa. Minor impatto, invece, sui progetti relativi alle seconde case (16%) e alle ristrutturazioni (21%).

In particolare, il taglio dei tassi rappresenta un importante incentivo a ricorrere al mutuo prima casa soprattutto tra i giovani della Gen Z che hanno il progetto casa (51%). Per l’acquisto della seconda abitazione, invece, i più motivati sono Gen X (21%) e Baby Boomer (23%), mentre per la ristrutturazione, Gen Z (32%) e Gen X (27%). I Millennial sono, invece, i più propensi a rinegoziare il mutuo (47% rispetto a una media nazionale del 38%). Più scettici, invece, Gen Z (34%) e Baby Boomer (27%), molti dei quali, però, hanno già rinegoziato in passato. A livello di percentuale, il taglio dei tassi ulteriore desiderato è, in media, del 2,6%. 1 su 5 tra Millenial, Gen X e Baby Boomer desidera, però, un ulteriore taglio di oltre il 2%.

L’analisi evidenzia come per 6 italiani su 10 il tasso di interesse ritenuto poco conveniente determina la decisione di rimandare la sottoscrizione di un mutuo, soprattutto tra i Baby Boomer (65%). Al contrario la Gen Z (48%), più delle altre, non è disposta ad aspettare. Mutui degli italiani: caratteristiche, soddisfazione e difficoltà a fronteggiare le rate 4 italiani su 10 vivono in una famiglia con un mutuo attivo. Percentuali più elevate tra Millennial e Gen Z (dove la percentuale sfiora il 50%), ma anche tra i Baby Boomer è il 20% ad avere ancora un mutuo attivo (per prima o seconda casa o per ristrutturazione).

Per quanto riguarda la tipologia di mutuo attivo, tra i Millennial 1 su 3 lo ha per l’acquisto della prima casa (intestato a sé o a un familiare). Al contrario, sono soprattutto i giovani della Gen Z ad avere (o vivere in famiglie con) mutui per seconde case e ristrutturazioni. Tra i Boomer è più elevata la percentuale di quanti non hanno mai aperto mutui nella vita.

L’età differenzia molto il tasso di chi ha un mutuo attivo: 6 giovani Gen Z su 10 hanno il variabile/con CAP; tra i Boomer sono 3 su 10 (hanno mutui più vecchi). Il tasso variabile con CAP sull’indice di riferimento è molto più diffuso tra i giovani (quasi 1 su 3 della Gen Z). Il tasso fisso è, invece, più presente tra i Baby Boomer e i Millennial e, in misura minore, tra la Generazione X. In generale, tra gli italiani che hanno già sottoscritto un mutuo, il 35% risulta insoddisfatto delle condizioni economiche, mentre solo circa 1 su 2 (56%) è soddisfatto. Tra chi ha un tasso fisso, principalmente mutui di vecchia data, il 74% è soddisfatto delle condizioni economiche, a fronte di solo il 4 su 10 di chi lo ha variabile (e il 25% di loro è molto insoddisfatto).

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A livello generazionale sono i Millennial i meno contenti: meno di 1 su 2 esprime, infatti, soddisfazione. PiĂą contenti, invece, Gen X e Baby Boomer (circa 2 su 3). Dallo studio emerge come quasi 1 italiano su 2 dichiari di aver avuto problemi a fronteggiare almeno una rata del mutuo. Le difficoltĂ  sono legate principalmente a motivi economici: aumento del costo della vita (soprattutto per il 54% dei Boomers) e spese impreviste (per il 42% della Gen X) in primis. Baby Boomer e Gen X sono, quindi, maggiormente colpiti dai problemi di natura economica, mentre Millennial e Gen Z da quelli di natura personale, quali problemi di salute che hanno portato a spese mediche o perdita di reddito (25% dei Millenial) e separazione o divorzio (12% della Gen Z).

L’analisi ha approfondito anche il rapporto tra gli italiani e il pagamento a rate con interessi (c.d. prestito finalizzato), evidenziando come quasi 1 cittadino su 2 ne abbia fatto ricorso e come il 15% ne abbia attualmente uno in corso. Questa soluzione di finanziamento risulta poco diffusa tra i Baby Boomer (solo 3 su 10 li hanno usati negli ultimi 5 anni). Tra gli italiani che pagano a rate, con interessi o senza interessi come il BNPL, 4 su 10 hanno confessato di aver avuto problemi a pagarne almeno una, soprattutto i giovani della Gen Z: è capitato, infatti, al 55% di loro (al 17% spesso). Tra i Baby Boomer, invece, a 7 su 10 non è mai capitato, anche se a 2 su 10 capita con frequenza elevata. Aumento del costo della vita, soprattutto per la Gen X, e spese impreviste, in particolare per i Baby Boomer, sono le principali cause del salto di una rata. Per la Gen Z a incidere negativamente sono, invece, più gli eventi personali come trasferimenti, separazioni e la nascita di figli.

Il «Buy Now Pay Later» è conosciuto da 7 italiani su 10, ma la maggior parte di chi lo conosce tuttavia non l’ha mai utilizzato. Gli utilizzatori si concentrano, in prevalenza, tra le fasce centrali (Gen X) e giovani della popolazione. Tra coloro che non fanno ricorso ai finanziamenti rateali, solo 4 su 10 dichiarano di non averne mai avuto bisogno, mentre per 3 su 10 emergono barriere psicologiche all’indebitamento. Tra le altre motivazioni emerge la diffidenza verso il sistema finanziario (verso le banche 10%, verso la chiarezza dello strumento in sé 8%). Solo il 6% cita tassi di interesse troppo alti come motivo di non ricorso.

Per quanto concerne le motivazioni degli utilizzatori, 1 su 3 è guidato dal preservare la propria liquidità, soprattutto tra la Gen X. Gen Z e Baby Boomer sono i più attenti alla convenienza del tasso di interesse. Il ricorso a un finanziamento per mancanza di risorse finanziarie è motivo di accesso solo per 3 user su 10. Automobili, elettrodomestici e device tech sono i beni più spesso pagati a rate, soprattutto da Gen X e Baby Boomer. La Gen Z, invece, utilizza più della media questo strumento per pagare abbigliamento, moto/scooter e bici, prodotti di bellezza, studi e formazione.



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