Mette in vendita una moto vintage ma viene truffato. Denuncia e poi ritira la querela: «È colpa mia» – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni

ANCONA – «Signor giudice non ci dormo la notte per quello che è successo, soffro troppo, voglio ritirare la denuncia, è stata anche colpa mia». Così ieri la vittima di una truffa, osimana, chiamata a testimoniare nel processo dove sono finiti a giudizio due campani, considerati gli autori del raggiro per una moto d’epoca messa in vendita dal 77enne, ha parlato in aula davanti al giudice Luca Zampetti spiegando di non essere più in grado di andare avanti nel procedimento. La beffa subita gli pesa troppo e lo fa stare male.  Il ritiro della querela è nella facoltà della vittima. Per i due imputati il processo continuerà però ma solo per sostituzione di persona. Stando alle accuse, un 41enne di Caserta e un 55enne di Napoli avevano risposto ad un annuncio messo dal 77enne, su un sito online, mostrandosi interessati all’acquisto della moto messa in vendita per 5.300 euro. Tramite whatsapp hanno inviato i documenti, carta di identità e tesserino sanitario con il codice fiscale. Documenti che poi non sono risultati loro.

L’osimano ha chiesto loro una caparra da versare prima di concludere acquisto e consegna della moto. L’anziano è stato indotto a recarsi ad uno sportello bancomat di una banca del centro di Ancona, perché uno dei truffatori gli aveva detto di lavorare in quella catena di filiali. Dal cellulare gli hanno dato le istruzioni per come ricevere la caparra solo che invece di incassare la cifra l’ha accreditata. Da quel momento si sono interrotte le conversazioni e solo nei giorni successivi il 77enne ha capito di essere stato truffato. Ha sporto denuncia e le indagini hanno portato ad identificare i due campani finiti a processo per truffa e sostituzione di persona. I documenti girati al 77enne non erano i loro ma sottratti ad una terza persona che poi ha ha fatto denuncia.  Il processo proseguirà per gli imputati, difesi dagli avvocati Paolo Zaccaria e Raffaele Napolitano, il 14 gennaio solo per sostituzione di persona. L’inganno in cui era caduto l’osimano risale ad agosto del 2020.