Le novità in materia edilizia riguardano la proroga per alcune delle agevolazioni che ‘scadono’ a fine anno, cioè Bonus Ristrutturazioni (nella versione al 50%), Ecobonus, Sismabonus e Bonus Mobili.
Il differimento dei termini (3 anni) porta però in dote delle percentuali di detrazione più basse, che possono essere ‘alzate’ qualora i lavori abbiano per ‘protagonista’ l’abitazione principale (cioè la prima casa).
Per quanto riguarda il Bonus Ristrutturazioni (articolo 16 del DPR 917/1986), si proroga quindi di un anno la detrazione al 50% per le spese sostenute, su un massimale di 96 mila euro per chi ha un reddito inferiore ai 75 mila euro, nel caso in cui le spese siano sostenute dai titolari di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale.
Per chi, invece, ha un reddito superiore ai 75 mila euro, l’articolo 1 del DDL Bilancio prevede un tetto di spesa inferiore, che andrà calcolato in base a particolari coefficienti che tengono in considerazione anche il numero di figli a carico.
Di base, il Bonus Casa spetta anche per le spese documentate, sostenute negli anni 2025, 2026 e 2027, nella misura fissa per tutte le tipologie di interventi agevolati pari al 36% delle spese sostenute nell’anno 2025 e al 30 per cento delle spese sostenute negli anni 2026 e 2027, ma, appunto, se si tratta di prima casa passa al 50% nel 2025 e al 36 per cento nel 2026 e 2027.
Il bonus si può fruire solo direttamente ‘scaricandolo’ dalle tasse, non è più ammesso nessun tipo di cessione del credito o sconto in fattura.
Stesse regole per l’Ecobonus (art.14 del DL 63/2013): la detrazione spetta anche per le spese documentate, sostenute negli anni 2025, 2026 e 2027, nella misura fissa per tutte le tipologie di interventi agevolati pari al 36 per cento delle spese sostenute nell’anno 2025 e al 30 per cento delle spese sostenute negli anni 2026 e 2027.
“La detrazione spettante per gli anni 2025, 2026 e 2027 – si legge nell’articolo 8 del DDL Bilancio – è innalzata al 50 per cento delle spese per l’anno 2025 e al 36 per cento delle spese per gli anni 2026 e 2027, nel caso in cui le medesime spese siano sostenute dai titolari di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale”.
Anche il Sismabonus e il Sismabonus Acquisti seguono ‘le orme’ dell’Ecobonus, con le stesse detrazioni, con la differenza – rispetto al passato – che non sarà necessario alcun passaggio di classe di rischio sismico per beneficiare delle agevolazioni fiscali, comunque rientranti, di fatto, nel Bonus Ristrutturazioni.
Capitolo a parte è invece dedicato al Bonus Mobili, prorogato di un ulteriore anno alle stesse condizioni del 2024: 50% e massimale di spesa fissato a 5.000 euro, per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A.
Infine, c’è un’ulteriore stretta sul Superbonus al 65% dei condomini, degli edifici da 2 a 4 unità immobiliari o degli edifici di ONLUS. In pratica, si è stabilito che la detrazione, nel 2025, spetterà solamente per gli interventi per i quali, al 15 ottobre 2024, risulti:
- presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA) ai sensi del comma 13-ter, se gli interventi sono diversi da quelli effettuati dai condomini;
- adottata la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori e presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA) ai sensi del comma 13-ter, se gli interventi sono effettuati dai condomini;
- presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo, se gli interventi comportano la demolizione e la ricostruzione degli edifici.
Considerando che la data è antecedente all’esame in Parlamento, è possibile che verranno presentati emendamenti per ‘spostare’ questa ‘dead-line’ più avanti, consentendo quindi a chi non ha ancora iniziato i lavori di ottemperare per non vedersi negare il Superbonus.
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