Per Giorgio Menichelli, segretario generale Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, il successo della ricostruzione è altamente proporzionato al rilancio delle aree interne, perché i mattoni non gettano fondamenta solide senza sorreggere delle comunità dinamiche e coese. Menichelli, ha recentemente pubblicato un volume dal titolo “L’Italia di Mezzo – Comunità, territori e turismi” dove parla di ricette per dare linfa al nostro entroterra e riabitare i luoghi. Ma come?
Lo spopolamento
«Lo spopolamento delle aree interne post sisma ha portato ad uno spostamento delle comunità verso la costa, che sembrerebbe irreversibile – dice Menichelli – L’ultimo censimento Istat per le Marche osserva un calo demografico più marcato nei Comuni interni di montagna (-0,8%) e la variazione è poco inferiore in quelli della collina interna (-0,7%). Questo spopolamento è confermato da un progressivo invecchiamento della popolazione. Per attrarre nuova residenzialità e per ripopolare l’entroterra sono auspicabili agevolazioni fiscali mirate, durature e differenziate, capaci di generare neo-abitanti e scoraggiare migrazioni degli attuali residenti. Ma, accanto a un fisco meno pesante, bisogna ricostruire i servizi essenziali (sanità, trasporti, educazione) e dare uno slancio all’innovazione, partendo dal potenziamento della connettività delle zone montuose. Un passo necessario per dare sviluppo al mondo delle imprese». Cosa fare per l’economia del cratere? «L’entroterra marchigiano è un luogo con grandi potenzialità di sviluppo ancora non del tutto espresse, soprattutto sul fronte turismo, quell’economia che più si addice alle aree interne e nelle quali il protagonismo delle piccole imprese, anche artigiane, può giocare ancora un ruolo cruciale per il benessere delle comunità. Dove c’è un’economia florida, c’è anche benessere per la comunità, che potrà giovare di relazioni forti tra persone e spazi in cui si inizia a ricucire una nuova quotidianità».
Il turismo come medicina
Il turismo come medicina? Per Menichelli sì. «Le potenzialità turistiche della nostra montagna – dice – sono evidenti e rispondono a quell’esigenza di undertourism che è sempre più ambita nel mercato. La ricerca di luoghi di villeggiatura meno battuti è in sviluppo. In un’area che sta soffrendo lo spopolamento, l’arrivo di turisti consapevoli e interessati può essere di notevole slancio per l’economia. Se le Marche sono terra di turismo esperienziale, l’artigianato locale può fare la differenza, dal momento che le produzioni artigianali di pregio, tanto ambite dai visitatori, provengono dai piccoli borghi. Giusto un esempio: nelle nove province colpite dal Sisma del 2016, ricordo, si contano 22 prodotti certificati tra DOP e IGT». Come attrarre turisti? «Serve una programmazione coordinata – conclude Menichelli – perché in una zona contenuta come la nostra l’offerta del turismo balneare non può prescindere dal turismo dei borghi e del nostro entroterra. A questa complementarità va aggiunta la ricerca di proposte in termini di ospitalità. Confartigianato vuole favorire investimenti in tale direzione, dando agli imprenditori la possibilità di esprimere al meglio le loro progettualità».
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