I risarcimenti sono arrivati alla maggior parte delle vittime dell’alluvione, ma sono comunque pochi per far fronte alle centinaia di euro di danni subiti dalle abitazioni. Va meglio per le aziende. Monni: «Insistiamo col Governo»
«Ho avuto 200mila euro di danni, ma al momento non ho ricevuto neppure un euro di ristoro». Giacomo Petracchi, anziano residente di Campi Bisenzio, è una vittima dell’alluvione che un anno fa sconvolse la Toscana, in particolar modo la Piana fiorentina. La sua abitazione fu travolta dall’esondazione del torrente Marina, che ha rotto l’argine a due passi dal suo giardino.
«La mia casa andò semidistrutta, nelle stanze avevo l’acqua alta quasi due metri». Per ripartire e per ricostruire la casa, ha dovuto attingere a tutti i suoi risparmi. E adesso ha finito i soldi. E non può tornare a fare la vita di prima. I risarcimenti prima o poi arriveranno, come del resto sono arrivati alla maggior parte delle vittime dell’alluvione, ma sono comunque pochi.
Quelli previsti, tra fondi regionali e statali, ammontano a 8mila euro per le famiglie e 20mila euro per le imprese. «Una miseria – dice Giancarlo Paolieri, un altro residente di Campi Bisenzio – Io per ora ho ricevuto tremila euro, ma ne ho spesi 20mila per rifare la casa invasa dall’acqua».
Girando per Campi, le frasi degli abitanti sono sempre le stesse: «Ho speso 70mila euro – dice un anziano signore – Ma ho ricevuto soltanto 3mila euro«. In tanti hanno chiesto prestiti alla banca, altri hanno chiesto prestiti agli amici. Tutti, insistentemente, si chiedono: «Chi ci ridà i soldi che abbiamo speso per rifarci la casa?».
Una domanda a cui risponde, sconsolata, l’assessora regionale alla protezione civile Monia Monni: «Sappiamo bene che i ristori prevedono risorse che ai cittadini colpiti dall’alluvione non bastano, per questo dobbiamo insistere col Governo affinché arrivi, come previsto, l’85 per cento dei soldi rispetto al danno subito».
E poi servono i fondi per la messa in sicurezza del territorio. Alcuni interventi sono stati fatti dalla Regione, i più importanti a Campi Bisenzio, come spiega Monni: «Nei territori colpiti abbiamo fatto le somme urgenze, questo significa che abbiamo ripristinato i danni, ovvero restituito un livello di sicurezza pari a quello che c’era prima dell’alluvione. In alcuni punti abbiamo fatto di più. Siamo intervenuti con argini potenziati sulla rottura del Bisenzio in località Santa Maria, a Campi, e sulla rottura del torrente Marina a Villa Montalvo, sempre a Campi. Mancano gli interventi lungo il Bisenzio (tra questi le casse d’espansione) e gli interventi di riduzione del rischio residuo in varie zone, ma per questo c’è bisogno di molti fondi, investimenti che dovrebbero arrivare dallo Stato ma al momento non ci sono e dal Governo non abbiamo alcun tipo di rassicurazione».
Va un po’ meglio nella zona industriale di Montale, che l’anno scorso fu travolta dall’esondazione del torrente Agna (anche qui la Regione è intervenuta con il rafforzamento degli argini in corrispondenza delle rotture, ma gli argini servirebbero anche per altri tratti). Diversi imprenditori hanno avuto danni per centinaia di migliaia di euro, ma hanno avuto oltre il 50 per cento di risarcimenti da Simest, la società pubblica controllata al 76% dalla Cassa Depositi e Prestiti che sostiene la crescita delle imprese italiane nel mondo.
Ovunque, sia a Montale che a Campi che altrove, c’è la paura che l’alluvione possa tornare a colpire: «Siamo contenti che alcuni interventi siano stati fatti – dicono all’unisono molti abitanti – Ma ovviamente non bastano per essere sicuri che non possa risuccedere».
E quindi, dalla Piana fiorentina, parte un appello alle istituzioni, in primis al Governo: «Mettete in sicurezza il territorio». Per chiederlo forte e chiaro, appuntamento con la fiaccolata di sabato 2 novembre alle 21 con ritrovo a Villa Montalvo di Campi Bisenzio e arrivo in piazza Dante.
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