Ieri è iniziata la discussione sul Piano urbanistico generale. Il vicesindaco La Greca: “Nostre scelte vanno rivolte alla valorizzazione degli ultimi vuoti urbani”. Caserta (Pd): “Pronti a dare un contributo”
CATANIA – Un’occasione storica, “epocale”, come definita da qualcuno. Di certo, un importante primo passo per la rivoluzione urbanistica che la città di Catania aspetta da sessant’anni. Ieri mattina, il Consiglio comunale di Catania si è riunito per dare avvio alla discussione sul Pug, o meglio sull’atto di indirizzo del Piano urbanistico generale approvato in Giunta lo scorso 4 ottobre. Un momento non indispensabile – la nuova normativa non prevede più l’obbligo del passaggio dal senato cittadino – ma voluto dall’amministrazione per avviare quella discussione con la città che precederà la redazione del Piano urbanistico vero e proprio e dunque la sua approvazione.
“È certamente vero che non vi è atto compiuto da un’amministrazione di una città che abbia maggiore rilevanza rispetto ai compiti del Consiglio comunale – ha affermato il vicesindaco e assessore all’Urbanistica, Paolo La Greca, illustrando l’atto all’aula -. La pianificazione urbanistica è di competenza, nelle fasi di costruzione, decisione e approvazione, ancor più di quanto non fosse prima, del Consiglio comunale”.
La cronistoria urbanistica di Catania
La Greca ha ricordato la cronistoria urbanistica di Catania, dal piano Piccinato, strumento urbanistico tuttora vigente adottato dal consiglio comunale nel 1964 ed entrato in vigore nel 1969, al “nuovo Piano, chiamato non a caso “Catania 2030”, coerentemente all’Agenda Onu – ha proseguito il vicesindaco – che si focalizza sulla visione di città con i relativi indirizzi e le strategie, delineando gli obiettivi strategici e le priorità per lo sviluppo urbano”.
Le scelte alla base del Piano urbanistico generale
L’assessore La Greca ha evidenziato le scelte alla base del documento, soffermandosi sugli aspetti relativi alla qualità urbana, alla mobilità, alla costruzione dell’infrastruttura verde, ecc. “Partendo da queste premesse – ha sottolineato – si delinea un ribaltamento dell’approccio tradizionale di costruzione di un piano urbanistico usualmente volto al riordino dell’esistente. Nel nostro caso le scelte urbanistiche vanno rivolte alla valorizzazione degli ultimi vuoti urbani che interessano particolarmente le aree poste a ridosso dei confini del territorio comunale, per farli diventare risorse fondamentali per il funzionamento dell’intero ecosistema urbano e valorizzarli come opportunità per dotare la città di servizi e infrastrutture indispensabili per il rilancio della sua efficienza competitiva. È compito dell’urbanistica – ha concluso La Greca – cogliere le trasformazioni in atto e governare questi processi”.
Partecipato e composto il dibattito che ha seguito le parole di La Greca, avviato dal capogruppo del Pd Maurizio Caserta che, pur criticando l’eccessiva “dietrologia”, ha espresso parole di apprezzamento. “Siamo tutti consapevoli di stare vivendo un primo passaggio importante di una fase estremamente vitale per questa città – ha detto. Per questo, siamo grati alla Giunta per aver voluto sin dall’inizio coinvolgere il Consiglio comunale in questa discussione che sicuramente sarà lunga. Noi siamo pronti come Pd a dare un contributo a questo processo che deve essere allargato perché ha a che fare con la vita della città per i prossimi anni”.
Il capogruppo Mpa, Orazio Grasso, ha evidenziato il contributo dato dall’aula nella redazione dell’atto. “Ho visto con piacere – ha evidenziato – che questo documento è stato redatto sulla falsa riga delle direttive generali approvate da quest’aula. Apprezzo anche che l’atto di indirizzo si rifà all’Agenda 2030 dell’Onu rispetto alla sostenibilità dei territorio”. Grasso si è poi soffermato sull’opportunità di pensare alla programmazione urbanistica non solo della città ma anche della conurbazione, “un’area metropolitana – ha detto – di 770 mila abitanti non governata da nessun ente”.
Interessante l’intervento della consigliera Serena Spoto, anche lei autonomista, che ha chiesto di accelerare sull’approvazione del progetto preliminare in modo da “bloccare” gli effetti che la vecchia pianificazione potrebbe avere sul territorio, in attesa dell’approvazione del nuovo strumento urbanistico.
“Per tutelare oggi, ad esempio – ha sottolineato – le aree di Cibali, Nesima, Monte Po”. Sulla tempistica si è soffermato il consigliere Erio Buceti, presidente della commissione urbanistica. “L’augurio – ha detto – è che si giunga all’approvazione entro il mese di giugno 2025 del documento preliminare ed entro giugno 2026 del Pug”.
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