Sud e futuro: due “mondi” che spesso hanno viaggiato su binari paralleli e a velocità diametralmente opposte. A Giarre però, in provincia di Catania, si sono incontrati rivelando un potenziale enorme in grado di imprimere un cambio di passo al Paese in termini di sviluppo e innovazione. È questo il messaggio venuto fuori dall’evento “Il Sud genera futuro”. Organizzato da “L’Economia” del Corriere della Sera in collaborazione con Crédit Agricole si è tenuto al parco botanico Radicepura, cuore verde del Mediterraneo.
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L’impresa come una pianta: il Sud genera futuro
Se c’è un’immagine che si accosta perfettamente al concetto di impresa, questa è la pianta. Seminare, poi coltivare l’idea da cui far sbocciare progetti imprenditoriali di successo. Un’immagine sovrapponibile anche al Mezzogiorno che negli ultimi anni ha piantato il seme e che oggi vede segnali importanti di ripresa grazie agli investimenti e grazie ad una nuova generazione di imprenditori con una forte vocazione all’internazionalizzazione. Ed è in questo contesto di vivacità imprenditoriale che si inserisce Le Village by Crédit Agricole Sicilia, presentato a Catania dall’Amministratore Delegato Giampiero Maioli. “Dobbiamo guardare alle eccellenze del Sud con occhi diversi. “Il nostro progetto – ha spiegato – ne è la dimostrazione. Noi crediamo che le imprese del Mezzogiorno abbiano molto da dare. Siamo convinti che la Sicilia e il Sud siano un’opportunità per tutto il Paese e il miglior modo per sovvertire gli stereotipi è fare”.
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Elita Schillaci: “L’Università deve creare valore”
Il campus di Crédit Agricole nasce anche con il contributo dell’Università di Catania. “Parlare di purpose management significa dare un senso a cosa facciamo. Viviamo un momento particolare di crisi, ma la crisi è sempre fonte di opportunità. Il cambiamento climatico è in atto. C’è un grande tema che è l’innovazione tecnologica, o la cogli o sei fuori. C’è poi il malessere dei giovani ma anche questo può diventare opportunità se dai un senso a ciò che fanno, per esempio attraverso un progetto di vita, una start up”. Sono le partole di Elita Schillaci, docente dell’Università di Catania ed esperta di nuove imprese e di territorio.
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Giampiero Maioli: territorialità fondamentale
Per avviare processi virtuosi di crescita e sviluppo imprenditoriale servono investimenti, è stato ricordato anche durante l’evento “Sud genera futuro”. Una delle mission delle banche è proprio questa: reinvestire nel territorio gli utili. Un “dovere” lo definisce Maioli. “Il principio di territorialità e di prossimità è il presupposto indispensabile per farle crescere anche all’estero”, ha aggiunto. “Banche e imprese in questi anni hanno seguito un percorso evolutivo, oggi il rapporto è più solido. Vero è che instabilità geopolitica, calo demografico e debito pubblico rischiano di frenare lo sviluppo e destabilizzare gli equilibri. Ma è altrettanto vero è che le imprese italiane hanno capacità di intuizione, hanno resilienza, intraprendenza ed è un fatto soprattutto culturale. E anche le banche, tutte le volte che c’è stata una crisi, un momento di difficoltà, hanno trovato altre strade. Si sono reinventate imboccando un percorso virtuoso per ritrovare l’efficienza. È nel nostro dna”.
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Sud genera futuro abbracciando passato e tradizione
Sud non fa rima solo con futuro ma anche con passato e con tradizione. Lo storytelling aziendale che ha scandito la serata dell’evento “Il Sud genera futuro” conferma quello che i dati ci dicono da sempre: l’imprenditorialità al Sud nasce soprattutto in famiglia. Spesso, però, come dicevamo, guarda al futuro attraverso l’innovazione. Storie di nonni e padri che hanno trasmesso ai figli un bagaglio di cultura, di esperienza, di know how che poi, come una pianta, è cresciuto diventando anche qualcosa di diverso.
“Chi fa agricoltura sa che mettere un seme in terra è il primo passo – ha detto Mario Faro, Ad Faro Flora, azienda fortemente radicata sul territorio ma che guarda a mercati internazionali floridi come quello dell’Arabia Saudita. Nel nostro dna deve esserci per forza la convinzione che è necessario coltivare per poi raccogliere. Ma bisogna scegliere il seme giusto e bisogna prendersene cura, accompagnare i processi produttivi, se si vogliono vedere risultati”.
Rodolfo Quagliolo, direttore marketing AQua Vera e Sicon ha raccontato la storia dell’azienda, iniziata 1984 ma che nel 2020 ha fatto un salto di qualità e oggi produce 800 milioni di preforme di plastica e 800 milioni di tappi l’anno conta tre stabilimenti.
Francesco Andaloro, è presidente NDL e Constrad, azienda impegnata nella rigenerazione urbana, fondata nel 2019 ma che proviene da oltre un secolo di esperienza nell’edilizia: “L’avviò mio nonno nel 1920. Nel frattempo è cambiato il mondo, ma è rimasta uguale la nostra mission, cioè costruire per durare”.
L’azienda di Massimo Pintabona, amministratore delegato NVP, è nata in un capannone sui Nebrodi. Oggi lavora alla produzione di immagini e di eventi sportivi ed è stata tra le prime al mondo a produrre in 4K: “Da azienda piccolissima, siamo diventati fornitori di quasi tutte le leghe sportive. Il nostro obiettivo è dare il miglior servizio possibile al cliente”.
Anna Cacopardo è co-fondatrice di Kymia, un’azienda al femminile che trasforma gli scarti del pistacchio: “Recuperiamo gli scarti con un processo green ed evitiamo che il rifiuto vanga bruciato perché classificato come indifferenziato. Il risultato di questa lavorazione si impiega poi in vari settori, tra cui quello della cosmesi”.
Davide Territo, project manager Seedma: “Lavoriamo nell’asset management e aiutiamo le aziende svolgere la manutenzione di grossi impianti e infrastrutture senza sprechi e con costi contenuti. Uno dei nostri clienti è proprio STMicroelecronics”.
Adriana Santanocito, co-founder Ohoskin, azienda che produce materiali provenienti da sottoprodotti dell’arancia che poi “rivivono” trovando impiego in svariati settori, dall’automotive, all’arredamento, fino ad arrivare alla moda: “Siamo sul mercato dal 2022 ma già collaboriamo con grandi nomi come Chateau d’Ax”.
Riccardo Puglisi, ceo e founder di Archimede: “Sviluppiamo applicativi hardware ed informatici per prevedere eventi climatici. Vogliamo un futuro sostenibile”.
Giulia Giuffré, Cso e consigliere di amministrazione Irritec: “Nasciamo come azienda che si occupava di tapparelle in pvc poi ci siamo specializzati nella lavorazione di materiali in polietilene. Oggi siamo società benefit, riferimento di sostenibilità in Italia e nel mondo per la gestione corretta della risorsa idrica”.
Edoardo Leone, ad Almeda, azienda che opera nel settore agroalimentare ma in modo diversificato: commercio materie prime agricole, retail e prodotti di quarta gamma (di pronto consumo come l’insalata in busta). “Operiamo in tutto il Sud Italia che è un raggio d’azione importante per un prodotto facilmente deteriorabile. Cerchiamo di portare sulla tavola prodotti sani mantenendo le promesse: praticità, qualità”.
Silvio Piredda, Ceo Bloom Labs, azienda nata nel 2024 che lavora nel settore della produzione dei fiori, il risultato è una coltivazione destagionalizzata, senza pesticidi e con i costi ottimizzati grazie all’Intelligenza artificiale.
Luca Occhipinti, CEO e co founder di Lualtek, azienda specializzata nell’automazione e monitoraggio intelligente dell’agricoltura. Un sistema pratico ed economico, senza cavi né cablaggio, che ottimizza il consumo d’acqua (-40%), aumenta la produttività (+20%) e consente il risparmio di energia (-30%).
Mario Soranno, ceo e founder Girasole: “Il cambiamento climatico e le cattive pratiche hanno causato un drastico calo di produzione di olio. Noi supportiamo i produttori, oggi sono 600mila in tutta Italia, con strumenti tecnologici di alta precisione che permettono di ottimizzare la produzione”.
Maria Rosaria Plutino, responsabile scientifico Athena Green Solutions, azienda specializzata in prodotti sostenibili che depurano e filtrano le acque. Prodotti ad elevato assorbimento di materiale inquinante e anche di micro plastiche. La mission è tutelare il mare e dare acqua pulita e sana a tutti.
Cosmo Giuliano, presidente GR GRS Holding, EOS srl, catena di distributori di benzina. Partita negli anni Sessanta, oggi conta 200 impianti ed è partner di Q8. “Stiamo guardando al futuro e alla transizione energetica, dobbiamo essere più efficienti lavorando su carburanti meno inquinanti”.
Giuseppe Basile, amministratore unico Basicem. Azienda a gestione familiare partita dalla costruzione di prefabbricati per poi arrivare alla lavorazione di acciaio, alluminio e altri materiali. “Oggi il gruppo fattura 100 milioni di euro, 200 lavoratori, altre 200 unità di indotto. Tre grandi stabilimenti, di cui uno a Raddusa, al confine con Enna.
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