Modena, 1° novembre 2024 – “Sono andato alla Maserati e mi piangeva il cuore vederla ridotta così…”. Sopralluogo del segretario di Azione Carlo Calenda ieri alla sede del Tridente prima di andare in piazza Grande per l’iniziativa elettorale a sostegno della lista ’Emilia Romagna Futura’ della quale fanno parte oltre ad Azione, il Partito socialista e Repubblicano, + Emilia Romagna In Europa. L’ex ministro ha attraversato il centro di Modena punteggiato di bancarelle di Sciocolà accompagnato tra gli altri dall’assessore Paolo Zanca e il capogruppo di Azione alla Camera Matteo Richetti. “Il primo nostro avversario di queste elezioni – ha detto Calenda – non è la destra, ma l’astensionismo. La Maserati sta chiudendo, il 70% di produzione in meno, e qui si parla d’altro. Io ho lavorato alla Maserati. L’abbiamo rilanciata negli Stati Uniti, abbiamo rifatto la fabbrica e vederla adesso produrre 600 macchine è una cosa che ti viene da piangere. Avevamo fatto un lavoro straordinario mentre chi la gestisce oggi pensa solo ai dividendi e non investe in niente”.
In generale ha proseguito Calenda “la situazione per l’industria automotive in questo momento è disastrosa, il 2025 sarà un anno catastrofico. Siccome Draghi aveva stanziato 5,2 miliardi, noi abbiamo proposto un piano molto preciso su cosa fare: è dirimente non la parte di incentivi per la rottamazione, ma la parte sul costo dell’energia, investimento sugli accordi di sviluppo che riguardano anche la ricerca. Il problema è che il governo ha cancellato tutto”. Il governo Meloni “non mette un euro sulla politica industriale nell’anno in cui ci sarà la recessione, e questo è drammatico”.
La nostra lista ha proseguito Calenda “comprende amministratori e professionisti che vengono dal mondo del lavoro. Sono persone che fanno accadere delle cose. Di questo noi abbiamo bisogno. In Regione servirà una forza liberal-democratica riformista che costituisca un baluardo di pragmatismo rispetto a qualunque deriva ideologica. De Pasquale è un riformista e avrà bisogno di noi: siamo una forza che quando ci sarà da alzare un argine per difendere il territorio o si dovrà dare l’autorizzazione per la costruzione di un’industria, e qualcuno in coalizione si alzerà e dirà di no, ci alzeremo a nostra volta per dire invece di sì”.
Quanto al risultato delle elezioni in Liguria, Richetti ha specificato che il problema non sono le formule politiche – campo stretto, campo largo – “il nodo fondamentale è l’offerta politica. La destra ha vinto perché nell’ultima settimana è riuscita a individuare un candidato molto competitivo come Marco Bucci. Orlando ha fatto il possibile e ha ridotto il gap rispetto alle scorse elezioni, ma non è bastato”.
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