Le recenti modifiche al sistema di sosta tariffata adottate dalla giunta comunale di Foggia, guidata dalla sindaca Maria Aida Tatiana Episcopo, hanno suscitato un acceso dibattito. Le agevolazioni decise dall’amministrazione, infatti, sono state rivolte esclusivamente a determinate categorie di lavoratori, tra cui i dipendenti pubblici, le forze di polizia, i politici e i giornalisti accreditati, escludendo invece i lavoratori del settore privato, come commercianti, artigiani, autonomi e operatori del terzo settore. Questi ultimi rappresentano una fascia cruciale della comunità cittadina, e il loro mancato coinvolgimento ha sollevato dure critiche da parte di alcuni esponenti della stessa amministrazione comunale, oltre che da rappresentanti della cittadinanza.
Agevolazioni mirate: sconti per il pubblico, esclusi i lavoratori privati
Le misure approvate dalla giunta Episcopo prevedono uno sconto sul costo della sosta per i dipendenti statali, le forze dell’ordine e i titolari di cariche elettive, ma non per chi lavora nel privato, come commercianti e liberi professionisti, né per chi si occupa di servizi essenziali, come l’assistenza domiciliare ai malati e agli anziani. Una scelta che, secondo i detrattori, riflette un trattamento discriminatorio tra “cittadini di serie A e cittadini di serie B”, che ignora le difficoltà economiche vissute da queste categorie.
Secondo il consigliere comunale Mainiero, che ha espresso apertamente il proprio dissenso, tali sconti si rivelano un atto di favoritismo nei confronti della “casta” politica, più che un reale sostegno alla cittadinanza. Lo stesso consigliere ha annunciato l’intenzione di rifiutare personalmente l’agevolazione sulla sosta, per protestare contro quello che definisce un atto di “ingiustificato arbitrio”.
Una misura che divide la città
Il punto critico riguarda l’esclusione di categorie che non godono di un salario stabile e che spesso si trovano a sostenere notevoli spese per il parcheggio in città. In una realtà come quella di Foggia, dove i parcheggi a pagamento sono diffusi anche in aree limitrofe alle zone residenziali e commerciali, questo provvedimento rappresenta un ulteriore onere per chi lavora nel settore privato e già affronta difficoltà finanziarie.
Le proteste si sono estese anche agli operatori del terzo settore, che offrono servizi essenziali di assistenza e supporto a persone in difficoltà, come anziani e malati. La loro esclusione è considerata da molti un ulteriore segnale di scarsa attenzione verso chi svolge un ruolo sociale fondamentale nella comunità.
Le accuse di favoritismo e la replica della giunta
Secondo alcuni osservatori, l’esenzione della stampa accreditata rientrerebbe in una strategia della sindaca per ottenere un consenso positivo da parte dei media. La giunta Episcopo, d’altra parte, sostiene che tali agevolazioni siano state decise per garantire una facilitazione a chi svolge ruoli di pubblico servizio. Tuttavia, i detrattori replicano che anche commercianti, artigiani, autonomi e operatori del terzo settore meritano considerazione, dato il loro ruolo economico e sociale nella vita della città.
Una scelta che chiede una revisione
L’introduzione di queste agevolazioni selettive ha creato una spaccatura tra i cittadini e ha sollevato domande sulla reale equità delle decisioni prese dalla giunta Episcopo. Molti auspicano un ripensamento delle misure, che possa estendere gli sconti alla sosta anche ai lavoratori del settore privato e agli operatori sociali. Senza un cambiamento, la delibera potrebbe continuare a essere percepita come un atto di favoritismo che accentua la divisione tra cittadini “privilegiati” e “discriminati” e come un ulteriore esempio di favoritismo verso una nuova “casta” amministrativa.
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