Il concordato preventivo ha un problema perché crea incentivi perversi per i cittadini: sono troppo pochi per chi evade e troppi per chi le tasse le paga. Un corto circuito che finirà con meno gettito e più evasori. Andiamo con ordine.
Il concordato preventivo biennale mira a far emergere i redditi degli autonomi, ossia dei titolari di una partita Iva. In estrema sintesi, chi aderisce al programma paga meno del dovuto in base ad un meccanismo che premia la fedeltà, anzi la minore infedeltà, ossia meno sei stato infedele in passato più vieni premiato. Ma non solo. Sono previsti una sanatoria («ravvedimento») per il periodo d’imposta 2018-2022 e, ovviamente, minori controlli per il futuro. Quindi, per ricapitolare: se sei un evasore, lo Stato ti propone una via d’uscita e poi ti promette che ti lascerà dormire tranquillo. Un mondo meraviglioso? Mica tanto. I circa due miliardi attesi da questo nuovo strumento con molto probabilità potrebbero non arrivare nelle casse pubbliche.
Il motivo è presto detto. Chi ha una storia di tasse non pagate non ha nessun incentivo a cambiare comportamento. Il governo ne è consapevole e, infatti, in questi mesi è dovuto ricorrere ad ulteriori sconti e alleggerimenti. Persino alla pubblicità, con il risultato paradossale di far pagare ai contribuenti onesti il costo del messaggio destinato a convincere gli evasori ad evadere in un po’ meno.
Anche questi escamotage non sembrano aver funzionato appieno. I dati definitivi sull’adesione ancora non sono disponibili ma le stime sembrano essere davvero basse. Chi ha da tempo deciso di non contribuire al finanziamento dei beni pubblici continua a farlo perché sa che i controlli sono praticamente inestenti. E, soprattutto, può contare sul fatto che la scuola, i trasporti, la sanità e la sicurezza sono pagati dagli altri, ossia i contribuenti.
E qui veniamo al secondo tipo di incentivi, quelli per gli onesti. Il concordato preventivo è uno strumento perverso perché dà incentivi insufficienti a chi le tasse le paga fino in fondo. Perché mai un cittadino che con grandi sacrifici e difficoltà versa tutto il dovuto all’Erario dovrebbe proseguire su questa strada quando gli evasori vengono premiati e coccolati? È presumibile che una buona fetta di questi contribuenti fedeli smetterà di esserlo andando così ad ingrandire le file dei disonesti. Il risultato ultimo sarà quello di un minore gettito per lo Stato. L’opposto di ciò che è stato annunciato e promesso.
Un’ultima annotazione. Se si vuole veramente ridurre l’aliquota Irpef serve trovare una copertura strutturale. Le possibili entrate derivanti da un condono non lo sono.
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