Sommando il bonus bebè e l’Assegno unico tarato sull’indicatore economico, l’importo massimo per il 2025 arriva intorno ai4.600 euro.
Anche se la somma tra Assegno unico e bonus bebè si assottiglia con l’aumento dell’Isee. Per i nuclei con un indicatore intorno ai 27mila euro, per esempio, la cifra riconosciuta per un figlio con meno di un anno sarà pari a circa 220 euro che in un anno diventano 2.640 euro. Sommando l’importo con la “Carta per i nuovi nati”, il beneficio lievita a 3.600 euro.
Per quanto riguarda i nuclei con Isee prossimo ai 40mila euro, l’Assegno unico mensile è pari a 80 euro che sale a 120 con la maggiorazione per i nuovi nati. Se si aggiunge il bonus bebè, la cifra sfiora i 2.000/2.400 euro in un anno.
La stima della platea dell’Assegno unico arriva dai dati Inps: nei primi otto mesi di quest’anno oltre 6 milioni di famiglie (e 9,5 milioni di figli) hanno ricevuto l’Assegno unico. Nel periodo considerato, il contributo ammonta a 13,15 miliardi di euro, con un importo medio di 273 euro per nucleo richiedente e 172 per ogni figlio. Il dato è in aumento rispetto al 2023 quando l’Assegno medio non superava i 257 euro e i 162 per ogni figlio. Se si considera anche la spesa del 2022 e 2023, nel complesso per questa misura sono stati spesi 44,5 miliardi in meno di tre anni.
La manovra prevede anche il potenziamento del bonus per la frequenza degli asili nido, per cui viene meno il requisito di avere un secondo figlio under 10 per accedere a una maggiorazione e modifiche all’assegno unico universale per i figli a carico, i cui versamenti verranno esclusi dal computo dell’Isee (almeno ai fini del bonus asilo nido).
Carta “Dedicata a te”
Tra le misure di carattere sociale c’è poi il rifinanziamento della carta Dedicata a te, utile per l’acquisto di beni alimentari e di prima necessità: la carta è destinata ai nuclei familiari con Isee inferiore ai 15mila euro, a cui sono riservati 500 milioni. L’articolo 40 istituisce invece un «Fondo per la prevenzione e il contrasto delle dipendenze tra le giovani generazioni», con una dotazione di mezzo milione l’anno.
La Carta Dedicata a Te per la spesa riservata a chi è in difficoltà tocca il mezzo miliardo nel 2025, meno dell’ultima edizione (676 milioni). Confermati però i fringe benefit, cioè i buoni esentasse che le aziende possono dare ai dipendenti per pagare ad esempio le bollette e lo sgravio sui contributi per le mamme lavoratrici con almeno due figli.
Rispetto alle misure di carattere sociale, con la nuova legge di bilancio il governo Meloni finanzia anche per il 2025 la carta Dedicata a Te, dedicandole un investimento totale di 500 milioni. Le famiglie numerose saranno infine più premiate per quanto riguarda le detrazioni fiscali, che saranno modulate tenendo conto del numero dei familiari a carico: più saranno i componenti della famiglia, maggiori saranno gli spazi per gli sgravi.
Asili nido
La manovra rafforza poi il bonus destinato a supportare la frequenza di asili nido, prevedendo l’esclusione delle somme relative all’assegno unico universale dal computo dell’Isee e ampliando dunque la platea di potenziali beneficiari del sostegno, che spetta alle famiglie con figli di età inferiore a tre anni o che compiano tre anni nell’anno solare che frequentano un asilo nido pubblico o uno privato autorizzato o sono affetti da gravi patologie croniche certificate.
Congedi parentali
Nelle intenzioni dell’esecutivo, la nuova manovra conferma e potenzia le misure sui congedi parentali. Attualmente, come riporta il sito dell’Inps, esso spetta ai genitori in costanza di rapporto di lavoro, entro i primi 12 anni di vita del figlio, per un periodo che complessivamente, tra i due genitori, non può superare i dieci mesi, undici se il padre lavoratore si astiene dal lavoro per almeno tre mesi. Tali periodi possono essere fruiti anche in contemporanea.
Focus crollo delle nascite anche nel 2024
Il governo cerca di correre ai ripari con le misure sulla famiglia messe in Manovra, per quello che è un inarrestabile declino delle nascite in Italia.
Culle sempre più vuote nel 2024: nei primi sei mesi dell’anno sono nati 4600 bambini in meno rispetto all’anno precedente.
Se il 2023 aveva già fatto registrare un record al ribasso per le nascite, nei primi sei mesi del 2024 sono venuti al mondo in Italia ancora meno bambini. In base ai dati provvisori indicati dall’Istat nel report sulla natalità e la fecondità ci sono state 4600 nascite in meno rispetto allo stesso periodo del 2023 (-2,1%).
Il numero medio di figli per donna è di 1,21, più o meno uguale a quello dello scorso anno (1,20), ma in flessione rispetto a quello del 2022 (1,24).
A fine anno dunque, a meno di inversioni di tendenza autunnali, ci saranno ancora meno genitori e ancora meno neonati e neonate del 2023, anno nero sul fronte delle nascite.
Si fa presto a parlare di natalità quando in Italia una lavoratrice su cinque esce dal mercato del lavoro dopo essere diventata madre e il 72,8% delle convalide delle dimissioni dei neogenitori riguarda proprio le donne. Anche per questo è ancora in calo il numero medio di figli per donna che partoriscono sempre più tardi rispetto alla media europea, a 32 anni e mezzo.
Se, infatti le nascite erano state 379.890 lo scorso anno, 13mila in meno del 2022 che in percentuale significa un calo del 3,4%. Per ogni mille residenti in Italia sono nati poco più di sei bambini, afferma l’Istat.
Questa diminuzione, che comporta un nuovo superamento al ribasso del record di denatalità, si inserisce in un trend ormai di lungo corso. Bisogna sfogliare il calendario all’indietro fino al 2008, anno in cui erano 576mila i bimbi nati, per trovare un record positivo dall’inizio degli anni Duemila. Da allora il calo è stato del 34,1%, cioè 197mila culle vuote in più.
Foto: Shutterstock
Ragiona l’Istat che il calo delle nascite è anche causato dai mutamenti strutturali della popolazione femminile in età feconda, convenzionalmente fissata tra i 15 e i 49 anni. Le donne comprese in questa fascia di età sono sempre meno numerose.
La diminuzione dei nati è attribuibile per la quasi totalità al calo delle nascite da coppie di genitori entrambi italiani, che costituiscono oltre i tre quarti delle nascite totali. I nati da genitori italiani, pari a 298.948 nel 2023, sono circa 12mila in meno rispetto al 2022 (-3,9%) e 181mila in meno rispetto al 2008 (-37,7%).
Ma anche i nati da coppie in cui almeno uno dei genitori è straniero sono in calo a 80.942, -1,5% sul 2022 e del 25,1% rispetto al 2012, anno in cui si è registrato il numero massimo. A diminuire sono state in particolar modo le nascite da genitori entrambi stranieri, in calo del 3,1% sul 2022 e del 35,6% nel confronto con il 2012 (-28.447).
Manovra per le famiglie 1,5 miliardi
L’aiuto per i neonati fa parte del pacchetto di sostegni alle famiglie, che nel complesso vale circa 1,5 miliardi dei complessivi 30 della legge di bilancio. Fra gli altri interventi, il rafforzamento ancora da quantificare, del contributo per la retta degli asili nido, che adesso può arrivare a 3.600 euro l’anno se si hanno più figli. Migliorie anche per i congedi parentali: passano da due a tre i mesi retribuiti all’80 per cento per restare a casa con il piccolo.
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