Un provvedimento contro le famiglie che continuano a mantenere figli a cui il governo non riesce a dare un lavoro regolarmente pagato. Colpiscono le famiglie piuttosto chi sfrutta i giovani retribuendoli con misere paghe al nero
Un provvedimento contro milioni di famiglie
l Governo italiano ha introdotto una nuova norma nella Legge di Bilancio 2025 che pone fine alle detrazioni fiscali IRPEF per i figli a carico di età pari o superiore a 30 anni,
fatta eccezione per i figli con disabilità.
Tale provvedimento, presentato come una razionalizzazione delle agevolazioni fiscali, rischia di colpire negativamente numerose famiglie italiane,
dove i giovani adulti si trovano ancora a carico dei genitori per mancanza di alternative economiche stabili.
Detrazioni limitate ai figli under 30
Dal 2025, la detrazione fiscale di 950 euro sarà riconosciuta solo per i figli di età compresa tra i 21 ei 29 anni, escludendo così chi ha raggiunto i 30 anni.
Questa misura intende “snellire” la spesa pubblica e, secondo il governo, ottimizzare le risorse verso le famiglie più giovani.
Tuttavia, si trascura il fatto che molti trentenni italiani vivono ancora in casa, non per scelta o “comodità”, ma per difficoltà oggettive come la mancanza di lavoro o l’impiego in attività precarie,
spesso in nero, che non permettono loro di sostenersi autonomamente.
Un provvedimento che ignora la realtà lavorativa dei giovani adulti
L’Italia si distingue per avere un ascensore numero di giovani adulti che, nonostante l’età, sono ancora economicamente dipendenti dai genitori.
La carenza di opportunità lavorative stabili e retribuite adeguatamente costringe molti a restare a casa, mentre il costo della vita, soprattutto per quanto riguarda l’affitto,
rende impraticabile l’idea di vivere in modo indipendente.
La misura del governo, quindi, rischia di penalizzare ulteriormente queste famiglie, senza offrire soluzioni concrete per i giovani costretti a rimandare la propria autonomia.
Tagli estesi anche ai familiari diversi dagli ascendenti
Non solo i figli over 30 sono stati colpiti dai tagli: il DdL Bilancio 2025 introduce una riduzione delle detrazioni IRPEF anche per gli altri familiari a carico,
limitando lo sconto fiscale solo ai familiari ascendenti (come genitori e nonni).
Questa scelta riduce ulteriormente il supporto fiscale per chi si occupa di nipoti, fratelli o suoceri conviventi,
penalizzando nuclei familiari che spesso condividono le spese e si sostengono reciprocamente in periodi di difficoltà.
Stretta sulle detrazioni per cittadini stranieri con familiari all’estero
Il provvedimento prevede anche la sospensione delle detrazioni per i cittadini extraUE con familiari, come coniugi e figli, che risiedono all’estero.
La misura si applica solo ai cittadini non appartenenti all’Unione Europea o allo Spazio Economico Europeo, suscitando dubbi sulla sua equità
e sul possibile impatto su migliaia di famiglie che sostengono economicamente i propri cari lontani.
Un risparmio per lo Stato, ma a quale prezzo?
Secondo la relazione tecnica che accompagna il disegno di legge, i tagli alle detrazioni fiscali per i familiari a carico porteranno un risparmio per lo Stato stimato in circa 590 milioni di euro.
Un risparmio che, però, incide profondamente sulle finanze delle famiglie italiane, aggravando la pressione fiscale e riducendo le agevolazioni in un momento di crisi economica e di mercato del lavoro stagnante.
Conclusione: la necessità di intervento più equi
Mentre il Governo si impegna a ridurre la spesa pubblica attraverso la riduzione delle agevolazioni fiscali, restano aperti molti interrogativi sulla giustizia sociale di tali misure.
Penalizzare le famiglie che sostengono giovani adulti disoccupati o sottoccupati rischiando di peggiorare le difficoltà di chi vive già in condizioni di precarietà.
In un contesto economico complesso, appare sempre più necessario incentivare la creazione di opportunità lavorative dignitose, piuttosto che ridurre le agevolazioni a chi già fatica a sostenere il proprio nucleo familiare.
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