Escamotage contabili per ottenere un finanziamento agevolato pari a 300mila euro di fondi del Pnrr che, una volta arrivati, sono stati utilizzati per scopi diversi da quelli previsti che erano legati all’internazionalizzazione delle imprese. Per questi motivi, un’impresa del circondario imolese, attiva nel settore della moda, è finita nel mirino della Guardia di Finanza e il rappresentante legale – un italiano sulla quarantina e incensurato – è stato denunciato con l’accusa di malversazione di erogazioni pubbliche, reato per cui è prevista una pena che va dai sei mesi ai quattro anni di carcere.
Nello specifico, le Fiamme Gialle hanno notato che il rappresentante legale della ditta, al fine di ottenere il finanziamento da parte della società pubblica Simest (società a supporto dell’internazionalizzazione delle aziende italiane attraverso un percorso di crescita), avrebbe messo in atto “alcuni escamotage contabili relativi a operazioni straordinarie e ad alcune poste di bilancio, rappresentando una situazione economico-patrimoniale che non corrispondeva alla realtà”.
In sostanza, il bilancio che era stato presentato era ben diverso da quello effettivo dell’azienda. Da qui i sospetti della Guardia di Finanza che, a seguito di ulteriori controlli, hanno portato a intercettare il soggetto che era stato segnalato “dal Nucleo speciale Spesa pubblica e Repressione frodi comunitarie” delle Fiamme Gialle “a seguito di un’analisi di rischio condotta con la collaborazione di Simest”.
I fondi avrebbero dovuto essere erogati in due tranche, entrambe dell’importo di 150mila euro. Dopo aver ottenuto la prima, il soggetto “avrebbe utilizzato gran parte del denaro per finalità estranee all’agevolazione in questione”.
In particolare, il rappresentante legale non ha utilizzato i soldi per scopi personali, ma sempre per spese aziendali, queste ultime però diverse da quelle previste dal finanziamento ovvero l’internazionalizzazione dell’impresa. L’attività di indagine degli uomini della Finanza si è concentrata principalmente sull’analisi delle banche dati, l’ispezione della documentazione contabile e sopralluoghi mirati.
Grazie a questo, i finanzieri della Compagnia di Imola sono riusciti a scoprire il quarantenne e successivamente denunciarlo. Dell’attività di indagine è stata informata anche la Simest, che ha disposto il recupero della prima tranche da 150mila euro e il blocco dell’erogazione della seconda tranche da ulteriori 150mila euro.
Chiara Caravelli
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