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Venezia, ristrutturate “Salute” e Biblioteca monumentale. Moraglia: luoghi del mondo #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Doppia inaugurazione, oggi a Venezia, in punta della Dogana: la ristrutturazione della Basilica con le facciate ritornate all’antico splendore dopo tre anni di vista nascosta dai ponteggi, e la risistemazione totale della biblioteca monumentale, scrigno di cultura e bellezza con 33 mila libri, al primo piano del complesso attiguo del Seminario patriarcale. In tutto sono stati investiti 4 milioni e mezzo di euro

Alvise Sperandio – Venezia

La Basilica della Salute, gioiello progettato da Baldassare Longhena, custodisce la sacra icona della Vergine detta “Mesopanditissa”, cioè mediatrice di pace, giunta da Candia nel 1670 portata dal doge Morosini e collocata nella nicchia dell’altar maggiore il 21 novembre. È il giorno in cui, ogni anno, numerosissimi, i veneziani tornano a rinnovare il voto per la liberazione dalla peste del 1630 che decimò la popolazione. Una festa, insieme, di fede e di popolo. Per il restauro sono stati investiti 4 milioni di euro, di cui 2 milioni 100 mila attraverso l’agevolazione fiscale del bonus facciate, 1 milione 300 mila euro con la cessione del credito e circa 700 mila euro attraverso i proventi dei teloni pubblicitari che hanno via via coperto i ponteggi, garantendo un’entrata indispensabile a condurre il cantiere. Per la Biblioteca, invece, è stato impiegato mezzo milione di euro per recuperare i volumi e le strutture lignee attaccati dalla proliferazione di insetti che avevano messa a rischio l’intero patrimonio librario e ligneo presente. A inaugurare i due interventi è stato stamane il patriarca Francesco Moraglia assieme al rettore della basilica e del Seminario, monsignor Fabrizio Favaro; il delegato per i beni culturali, don Gianmatteo Caputo, e il direttore della biblioteca don Diego Sartorelli, di fronte a una platea gremita presenti, tra le autorità, l’assessore comunale Simone Venturini in rappresentanza del sindaco, l’architetto Anna Chiarelli a nome del Sovrintendente Fabrizio Magani, il primo procuratore di San Marco, fresco di nomina, l’avvocato Bruno Barel.



L’inaugurazione con il patriarca Moraglia

Un nuovo volto per la Basilica della Salute

Il cantiere si è articolato in più fasi. Il tempio, una delle migliori espressioni dell’architettura barocca veneziana, costruito dal 1631 e consacrato nel 1687, ha recuperato la sua bellezza originaria. Ci sono voluti tre anni con i ponteggi che hanno nascosto le facciate. L’intervento più importante ha riguardato il restauro conservativo degli apparati decorativi esterni intaccati dal passare del tempo, dalle intemperie e dallo smog. Inoltre sono stati recuperati il portone principale e parte dei serramenti colpiti, in particolar modo, dalle intemperie dell’autunno 2019 quando Venezia fu inondata dalla seconda Acqua Granda più alta di sempre. Sono, poi, iniziati i lavori per la riqualificazione della pavimentazione della rotonda centrale che proseguiranno nei prossimi mesi. “La basilica della Madonna della Salute – ha detto il patriarca Moraglia – è un bene affacciato sul bacino di San Marco che non riguarda solo la fede di Venezia e dei veneziani, ma a cui guarda tutto il mondo che a Venezia arriva e che ne scoprono la storia, il motivo per cui è stata costruita, che cosa lì è veramente accaduto, perché lì si va in preghiera”. Per celebrare lo smontaggio delle impalcature che ha permesso di rivedere la chiesa nella sua bellezza più autentica, l’altra sera è stato offerto un suggestivo gioco di luci riflesse sull’acqua del Canale Grande, nell’alternarsi di accensioni e spegnimenti, chiarori misti a buio, con colori e forme che hanno attirato l’attenzione dei passanti.

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La facciata della "Salute" tornata al suo antico splendore

La facciata della “Salute” tornata al suo antico splendore

La Biblioteca monumentale torna a risplendere

Il secondo intervento ha riguardato il restauro conservativo della biblioteca monumentale, del vasto patrimonio librario, degli apparati lignei e degli impianti, intaccati da alcuni insetti che ne avevano messo a repentaglio la sicurezza stessa, oltre alla conservazione. “Questo luogo – ha sottolineato il patriarca Moraglia – ci dice che la biblioteca, che mi auguro sarà uno spazio abitato non solo dai libri ma anche da chi li legge, non è solo un luogo funzionale per la fruibilità dei volumi; ma soprattutto un luogo di cultura. Come affermava Henri de Lubac, “noi siamo dei nani portati sulle spalle dei giganti”: siamo portatori di una storia che dobbiamo ricevere e tramandare. Lontano da noi non apprezzare i pregi della cultura telematica, ma il libro cartaceo resta un’esperienza umana che dobbiamo difendere, così come dobbiamo difendere la cultura umanistica in una società della tecnoscienza”. Moraglia, che due settimane fa è stato alla Fiera internazionale del libro di Francoforte, dove ha dialogato sulle radici cristiane dell’Europa col rabbino Bahbout, ha sottolineato come “avere un libro tra le mani, toccarlo, dia un’empatia che ci plasma anche intellettualmente. La biblioteca è luogo che educa, nel silenzio che la contraddistingue e nei tempi che non sono quelli del reale della rete internet, ma quelli umani in cui ci si sofferma, si pensa, si riflette, si ascolta, si studia. Come insegnava il cardinale John Enry Newman c’è differenza tra istruire ed educare. Dell’educazione abbiamo paura: cerchiamo le istruzioni per l’uso, spesso ci accontentiamo e desideriamo un vademecum, invece l’educazione è qualcosa che tocca le anime e resta anche dopo l’ufficio o il compito che ciascuno di noi è chiamato ad assolvere per meriti o per circostanze”. Moraglia ha concluso ribadendo che “pur essendo i supporti tecnologici importanti, il libro dà visibilità all’intelligenza e aiuta l’uomo a essere più uomo. La rete richiede responsabilità e pacatezza, in futuro ci aiuterà a fare quello che oggi non è possibile, ma, attenzione, che può diventare nemica di se stessa e degli uomini dando loro un senso di onnipotenza”.

La Biblioteca monumentale risistemata

La Biblioteca monumentale risistemata

La collaborazione tra enti

La ristrutturazione della Salute si candida a essere modello pilota per la salvaguardia anche di altre chiese e beni ecclesiastici in città. Fondamentale è stato il ricorso al bonus facciate, peraltro già impiegato anche per il restauro di un’altra decina di luoghi di culto, ma che pare non sarà rinnovato per il futuro. Indispensabile anche la collaborazione con il Ministero della Cultura, la Sovrintendenza, la Conferenza Episcopale italiana che ha dato dei contributi attraverso l’8xmille, i Comitati privati per la salvaguardia di Venezia, gli sponsor privati. “È stato un intervento importante, nato ancora in tempo di Covid nel 2020 e portato avanti speditamente con ottimi risultati: ora continueremo con i prossimi passi previsti”, ha dichiarato per la Sovrintendenza l’architetto Chiarelli, mentre l’assessore comunale Venturini ha espresso “la gratitudine della città, avere una basilica così bella è tornare alle origini, alla nostra stessa visione identitaria con cui ci affacciamo al mondo e il mondo ci guarda”. Dalla diocesi viene sottolineato come “i beni culturali come biblioteche, archivi e musei non debbano essere solo tutelati, ma vanno anche resi vitali e vissuti. Un’esperienza di ristrutturazione è, anzitutto, esperienza di rivitalizzazione della città”.

La presentazione dei lavori oggi a Venezia

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