Un emendamento al decreto legge Fiscale, presentato dal senatore Massimo Garavaglia (Lega), delinea interventi radicali sul “magazzino delle cartelle fiscali” per migliorare l’efficienza della riscossione e ridurre l’accumulo di crediti non riscossi. La proposta introduce un sistema di “discarico anticipato” per i crediti fiscali dal 2025, affidandone la gestione a un operatore pubblico, il “master servicer,” che può delegare parte della riscossione a operatori “special servicer.” Questi ricevono un’anticipazione del 10% del valore dei crediti, mentre le somme recuperate vanno a un fondo dedicato al Ministero dell’Economia e delle Finanze, al netto di una provvigione per coprire le spese.
L’emendamento include anche misure per i crediti risalenti al periodo 2000-2010: l’Agenzia Entrate Riscossione può disporre il discarico automatico e delegare la riscossione a un operatore pubblico. Una possibile strada per la gestione di questi crediti è quella della cartolarizzazione, con l’obiettivo di recuperare almeno il 10% di circa 200 miliardi di crediti in sospeso.
Parallelamente, Forza Italia promuove una nuova “rottamazione” delle cartelle fiscali, includendo i ruoli affidati all’Agenzia delle Entrate tra luglio 2022 e dicembre 2023, con la possibilità di pagare in un’unica soluzione entro luglio 2025 o in 18 rate. È previsto inoltre un “ravvedimento speciale” per le dichiarazioni del 2023 e precedenti, con sanzioni ridotte. La Lega, invece, propone una rateizzazione dei versamenti fiscali e previdenziali per i titolari di partita Iva con un limite di 170mila euro di ricavi, prevedendo la possibilità di pagare in cinque rate mensili, partendo dal gennaio 2025.
Un altro emendamento, presentato da Fratelli d’Italia, mira a riformare l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee), con l’obiettivo di aumentare la selettività dell’indicatore nelle agevolazioni fiscali e assistenziali.
Si intende includere nel calcolo del patrimonio mobiliare anche valute estere, criptovalute e rimesse all’estero, per garantire una maggiore equità nell’accesso ai servizi. I regolamenti per l’applicazione delle nuove regole dovranno essere aggiornati entro 60 giorni dalla loro entrata in vigore, e gli enti locali avranno 90 giorni per adeguarsi.
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