REGGIO EMILIA – Si gioca tutto sulla premeditazione, se cadesse porterebbe a una notevole riduzione della pena per Marco Eletti, reo confesso dell’omicidio del padre Paolo e del tentato omicidio della madre Sabrina Guidetti, avvenuti il 24 aprile 2021 a San Martino in Rio. “Si applicherebbe la riduzione di un terzo per il giudizio abbreviato chiesto fin dall’inizio dell’udienza preliminare. Inoltre le attenuanti generiche sono state concesse dal giudice di primo grado e la Procura non ha impugnato. Di fatto la pena si ridurrebbe la pena di circa 10 anni“.
Marco, oggi 36 anni, detenuto nel carcere di via Settembrini, era stato condannato a 24 anni e due mesi in primo grado dal tribunale di Reggio, la sentenza era poi stata confermata in Appello. I suoi difensori, gli avvocati Domenico Noris Bucchi e Luigi Scarcella, avevano annunciato da subito il ricorso in Cassazione. Ora la Suprema Corte ha annullato – con rinvio in appello – la sentenza di secondo grado.
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Il 24 aprile 2021 nell’abitazione della famiglia, in via Magnanini a San Martino in Rio, Marco Eletti uccise a martellate il padre Paolo, di 58 anni, e tentò di uccidere la madre facendole mangiare pasticcini pieni di benzodiazepina. La donna fu trovata in fin di vita, con i polsi tagliati, accanto al cadavere del marito. Dopo un periodo in cui era stata in coma si è salvata. Tra le aggravanti contestate dalla procura c’era inizialmente anche quella dei rapporti parentali con la vittima, che però era caduta in udienza preliminare: il dna aveva rivelato che Paolo non era il padre biologico di Marco. Il movente è da ricondurre alla scoperta di una doppia vita del padre ma anche a questioni inerenti alla casa di famiglia che il figlio avrebbe voluto ereditare sin da subito. Nel corso del processo di primo grado Marco Eletti ha confessato, ammettendo le sue responsabilità. Secondo la procura avrebbe voluto uccidere il padre con lo stesso cibo avvelenato che aveva dato alla madre, ma lui non lo mangiò e a quel punto Marco decise di usare il martello: dunque un delitto premeditato. I legali del giovane hanno però ribadito anche davanti ai giudici della Corte di Cassazione una versione alternativa.
“Per quanto riguarda la vicenda della mamma (tentato omicidio), le ricerche vi erano e Marco aveva premeditato questo gesto. Ma questa certezza non sussisteva per l’omicidio del padre”, continua l’avvocato Bucchi.
Ora il processo ripartirà dall’Appello a Bologna. “La Cassazione deve redigere una motivazione che è vincolante per la Corte d’Appello che dovrà valutare gli elementi che abbiamo messo in discussione e che sono stati accolti dalla Suprema Corte”.
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