ROMA – “È necessario chiarire se l’ulteriore proroga di concessioni in essere sia coerente con la disciplina dell’Unione europea dei contratti pubblici e della concorrenza, al fine di prevenire eventuali procedure di infrazione con potenziali oneri per lo Stato italiano, considerato che l’effetto della proroga è quello di posticipare una procedura di affidamento competitiva”. È quanto si legge nel Dossier “Profili finanziari” della Camera dei Deputati e del Senato sulla Manovra 2025, relativamente alla proroga di due anni delle concessioni del settore giochi fino al 31 dicembre 2026. Una misura dovuta alla mancata risoluzione delle “criticità collegate alle numerose leggi regionali, a volte tra loro discordanti, in materia di distanze dei punti di gioco dai luoghi sensibili, e alle regolamentazioni comunali sugli orari dei punti di gioco, a volte poco coordinate, che rendono sostanzialmente vana qualsiasi ipotesi di elaborazione di un bando di gara in materia”, tenendo conto anche dei “tempi tecnici necessari”.
Giudizio positivo sulla stabilizzazione della quarta estrazione di Lotto e SuperEnalotto, con conseguenti 50 milioni all’anno da destinare al Fondo per le emergenze nazionali. La Relazione Tecnica sulla Legge di Bilancio 2025 presenta “una stima di maggior gettito atteso dalla quarta estrazione nella misura di circa 105 milioni di euro annui”. “Sviluppando i calcoli sulla base dei dati forniti – si legge ancora nel Dossier “Profili Finanziari” – in effetti il maggior gettito sarebbe piuttosto ricostruibile in circa 100 milioni di euro annui, tuttavia non si hanno osservazioni sul punto, in quanto l’importo risulta comunque più che idoneo a fronteggiare un rifinanziamento per 50 milioni di euro annui”.
Per quanto riguarda invece l’aumento del limite massimo del montepremi del Bingo al 75% del prezzo di vendita delle cartelle, il documento sottolinea la necessità di “escludere l’eventualità che la fissazione di un limite massimo del montepremi possa incidere in senso negativo sulla raccolta del Bingo”, dal momento che la precedente “introduzione del payout minimo al 70% doveva concorrere, insieme ad altre misure in materia di giochi, ad assicurare maggiori entrate”.
DVA/Agipro
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