Ogni anno circa 5 miliardi di euro sfuggono al gettito fiscale previsto dall’Imu, con un “buco” pari al 20,9% del potenziale complessivo incasso previsto sull’imposta sulle seconde case. I dati, contenuti nella relazione sull’Economia sommersa a cura del ministero dell’Economia, registrano anche un dato sulle “case fantasma”, cioè quegli immobili non registrati correttamente nel Catasto o i cui proprietari evitano di pagarne le imposte, che nell’insieme raggiungono un valore fiscale di 494 miliardi di euro.
I controlli sull’evasione fiscale sugli immobili
La questione delle imposte sugli immobili è tornata alla ribalta in seguito alle dichiarazioni del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti che, illustrando il piano previsionale di bilancio, ha rilanciato sulla necessità di introdurre una nuova stretta sui controlli contro l’evasione e l’elusione.
Le case fantasma e le rendite catastali
Il vero obiettivo del governo sembra essere la lotta alle “case fantasma”, immobili reali ma non registrati nel catasto o non soggetti al pagamento dell’Imu. Il fenomeno dell’evasione fiscale sugli immobili presenta una distribuzione geografica diversificata. Nelle regioni dell’Italia meridionale, come Calabria e Campania, il tax gap, ovvero la differenza tra gettito teorico e reale, raggiunge livelli allarmanti: il 39,6% in Calabria e il 33,5% in Campania. Al contrario, le regioni settentrionali come Emilia-Romagna e Liguria presentano livelli di evasione molto più contenuti, rispettivamente all’11,1% e al 12,9%.
Il Superbonus e le rendite catastali
Accanto alle case fantasma, le principali misure di controllo fiscale riguardano le rendite catastali degli immobili ristrutturati con il Superbonus, che hanno spesso visto un aumento significativo del valore senza un adeguato aggiornamento catastale. Il governo, nella manovra 2024, ha previsto un piano di interventi per contrastare l’evasione, che include l’invio di lettere di accertamento ai proprietari che non hanno aggiornato le rendite catastali dopo i lavori effettuati con il Superbonus. Questo potrebbe tradursi in un aumento delle tasse per circa 400mila immobili.
Il Superbonus, introdotto negli ultimi anni per incentivare la riqualificazione energetica degli edifici, ha portato a un miglioramento significativo dell’efficienza energetica delle abitazioni. Tuttavia, molte di queste ristrutturazioni hanno incrementato il valore degli immobili senza che i proprietari abbiano adeguato le rendite catastali. Circa il 77,5% degli immobili ha guadagnato almeno tre livelli di efficienza energetica, e il 65,7% è progredito di quattro livelli o più, il che avrebbe dovuto comportare un aumento delle rendite catastali e, di conseguenza, dell’Imu.
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