Una lettera inviata al presidente della Provincia Enrico Ferrarese e, per conoscenza, al sindaco di Rovigo Valeria Cittadin con “l’obiettivo di sensibilizzare la signoria vostra in merito alla problematica che potrebbe crearsi causando il collasso dell’economia di un intero territorio e di attenzionare l’intero iter autorizzativo dell’impianto a severi controlli sotto il punto di vista ambientale e sociale, non ultimo l’eventuale assoggettabilità alla Valutazione di impatto ambientale”. A inviarla, lo scorso 26 ottobre, i sindaci di Lusia, Costa di Rovigo e Villanova del Ghebbo Luca Prando, Gian Pietro Rizzatello e Mauro Verza in merito al progetto Ecopol.
Un progetto, il cui iter è iniziato oltre un anno fa, con la domanda di verifica di assoggettabilità a Via che il 6 settembre 2023 Ecopol ha presentato alla Provincia per trasformare l’ex inceneritore di Concadirame, attualmente trasformato in deposito di stoccaggio di rifiuti pericolosi e non, in un impianto di recupero con “l’inserimento – si legge nel progetto – di un’attività prevalente e principale di recupero di rifiuti pericolosi e non pericolosi, tramite desorbimento termico, funzionale e connessa all’attività di recupero energetico del sistema di post combustione”. Il desorbimento termico è una procedura non conosciuta che crea apprensioni. Per questo, nel corso degli ultimi mesi hanno preso corpo incontri, una petizione che ha raccolto 2.300 firme e, domenica scorsa, anche una partecipata manifestazione in piazza, animata dai comitati e dalle associazioni ambientaliste, che come prima cosa chiede che questo progetto venga sottoposto a Via. Intanto, con una nota del 24 ottobre, l’Area Ambiente della Provincia ha accolto la richiesta di una proroga di 50 giorni nei confronti di Ecopol della scadenza del termine di presentazione delle integrazioni che sono state chieste. Si tratta, va detto, di un iter di valutazione prettamente tecnico da parte del Comitato via provinciale, che è formato da un dirigente e un funzionario della Provincia, da cinque componenti esperti e il direttore dell’Arpav di Rovigo. Che deve prendere, innanzitutto, la decisione se sottoporlo o meno alla Via stessa. Ma sulla base della valutazione degli atti e non di scelte “politiche”. Per questo appare un po’ “irrituale” la lettera inviata dai tre sindaci al collega presidente della Provincia, come se la decisione dipendesse da lui, mentre non è così.
Si tratta però di un atto che ha molta forza “politica”. E, i tre primi cittadini dei Comuni che si trovano a ridosso del punto, lungo la Regionale 88, dove sorge l’area interessata dal progetto, esprimono la preoccupazione sulla “ricaduta negativa che la trasformazione del sito, ora adibito a deposito, creerà trasformandolo in impianto di trattamento dei rifiuti. Il territorio di Lusia, riconosciuto di ‘pregio’ dal punto di vista della coltivazione orticola, individuato dall’Europa come territorio Igp per la coltivazione dell’insalata, ha una economia esclusivamente basata sull’agricoltura. Le perplessità sono soprattutto derivate da eventuali ricadute nei terreni di polveri e sostanze dannose alla salute generate durante il ciclo di trattamento dei rifiuti a seguito della combustione emessa in atmosfera”.
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