Il settore agricolo, l’industria a cielo aperto per eccellenza, continua a subire danni. Nessuna coltura è riuscita a salvarsi dalle anomalie climatiche che stanno colpendo, con maggiore frequenza e aggressività alcune zone dell’Italia. Le abbondanti precipitazioni ed i lunghi periodi di siccità hanno dimezzato il raccolto del grano, le produzioni del vino fino ad arrivare al settore olivicolo.
A livello nazionale l’Italia, che qualche anno fa produceva 500-600 tonnellate di olio, ha registrato un calo relativo alle produzioni di olio di circa 160-170mila tonnellate con una perdita pari al 40%, dovuto principalmente ai cambiamenti climatici, in particolare la siccità che negli ultimi due anni ha colpito fortemente le regioni del sud d’Italia. Tra queste la Puglia, registra un calo della produzione pari al 50% con una produzione che non supera le 60-70 mila tonnellate di olio.
Con Alfonso Cavallo, presidente Coldiretti Puglia, abbiamo analizzato nel dettaglio la situazione che riguarda le zone del tarantino che si occupano della produzione di olio extra-vergine d’oliva “I dati mostrano nelle province di Bari e Foggia un calo del 50-60 % rispetto al 2023, mentre nelle province di Taranto e Brindisi un azzeramento della produzione, in quanto sono state colpite non solo dalla siccità, ma anche della scarsità di precipitazioni e dal problema della Xylella che ha completamente devastato l’olivicoltura. Le uniche zone salve riguardano la parte occidentale di Taranto e Brindisi nord dove la produzione anche se scarsa continua ad essere presente”.
Una annata complicata che ha visto anche un aumento generale dei prezzi, l’analisi riportata da ‘Ismea Mercati’ ha pubblicato le quotazioni dell’olio extra-vergine d’oliva del 2024 in particolare in Puglia è emerso che a Bari il prezzo è di 9,15 euro al Kg, Foggia 9,4 euro al Kg, mentre per Brindisi, Lecce e Taranto il valore è di 8,80 euro al Kg.
“L’aumento del prezzo si era manifestato già nel 2023, quest’anno continua a rimanere alto a causa del poco prodotto a livello mondiale e delle scorte quasi azzerate, però bisogna affrontare la realtà, chi spende meno per l’acquisto dell’olio non compra un vero extra-vergine d’oliva, ma potrebbe ritrovarsi sulla tavola un prodotto manipolato anche dalla stessa filiera che lo produce” afferma Cavallo e continua- “Chiediamo una maggiore attenzione sulla spesa, non possiamo accettare le lamentele sul prezzo di una bottiglia di olio che viene consumata in due settimane, quando magari gli stessi consumatori spendono 15 euro per una bottiglia di vino che si consuma in una sera. La qualità dell’olio è alta, la vendita al dettaglio si stima tra i 12- 14 euro, un buon extra-vergine all’ingrosso si paga intorno ai 9-10 euro, per noi il prezzo è congruo bisogna solamente stare attenti alle etichette per assicurarsi la provenienza reale del prodotto”.
La situazione è molto chiara agli occhi dei produttori e delle aziende, la crisi sulle produzioni continua imperterrita a dimezzare le quantità di raccolto, ma come mai non è ancora stato decretato lo stato di calamità naturale?
“La Regione Puglia ha messo in atto le procedure per eseguire l’iter, in quanto bisogna certificare il 30% della perdita del prodotto attraverso le verifiche degli ispettorati agricoli provinciali. Una volta conclusa questa prima fase l’azienda potrà fare domanda per ricevere i contributi relativi alla perdita, ma sappiamo benissimo che sono minimi e non coprono realmente il danno che i produttori subiscono. Inoltre le aziende potrebbero avere delle agevolazioni contributive sulla mano d’opera” – spiega Cavallo e continua- “Qualora dovesse essere decretato lo stato di calamità, sono convinto che i contributi arriveranno con molto ritardo, al momento stiamo ricevendo i rimborsi sui vigneti colpiti, lo scorso anno, da peronospora, un 5% che non si avvicina minimamente al danno reale subito”.
Di fronte ad un’emergenza simile, che peggiora in maniera costante, bisognerebbe lavorare per evitare di far arrivare in queste condizioni il settore agricolo. Lo stesso Cavallo sottolinea che “Le istituzioni regionali e comunali devono prendere consapevolezza degli effetti catastrofici dei cambiamenti climatici e mettere in campo strategie nuove usando la Pac– politica agricola comunitaria- in maniera rapida, per ottenere rimborsi immediati per soccombere alle spese che sono state sostenute dai produttori durante tutto l’anno”.
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