Un taglio netto di 425 milioni di euro che rischia di far saltare i lavori per la tratta T1 della metro C di Roma, quella che va da Farnesina a piazzale Clodio. È quanto prevede la bozza di Legge Bilancio 2025 del Governo. Un fulmine a ciel sereno che mette in pericolo l’opera che dovrebbe cambiare l’interscambio tra trasporti nella Capitale.
Tagli per la metro C
A fine marzo dl 2024, la Giunta capitolina aveva approvato una delibera per sottoscrivere uno schema di convenzione con il ministero delle Infrastrutture e Trasporti che prevedeva finanziamento da 3,95 miliardi di euro per completare la terza linea metro di Roma.
Con il taglio di 425 milioni rischia, invece, di non poter essere realizzato il tratto T1, da Farnesina a piazzale Clodio. Un lavoro che prevede un investimento complessivo di 890 milioni di euro. Il progetto prevede un tracciato di 2,9 chilometri e la realizzazione delle stazioni Farnesina e Auditorium e le relative gallerie di linea fino alla stazione Clodio/Mazzini, limite della tratta T2.
Cosa succede
Il taglio, seppur parziale, non permetterebbe neanche l’avvio dei lavori. Se dovesse essere confermato, la futura linea C avrebbe come capolinea la stazione di piazzale Clodio. In questo modo, la terza linea di Roma diventerebbe un’opera “monca”. Secondo i progetti del Campidoglio, infatti, con l’apertura dei nodi di scambio con la linea A a San Giovanni e Ottaviano, quelli con la metro B a Colosseo e quelli con la metro B1 a Jonio, la metro C doveva diventare la linea di trasporto in grado di garantire ai romani la possibilità di passare da un servizio ad un altro in maniera veloce ed efficiente. C’è anche la questione del nodo di scambio alla stazione Pigneto e l’apertura della futura fermata – museo di piazza Venezia.
Caos in centro
Trema, quindi, chi abita in centro, più precisamente a Prati Fiscali e nella zona di piazzale Clodio. Come aveva spiegato a novembre 2022 l’assessore alla Mobilità di Roma, Eugenio Patanè, il mancato finanziamento della tratta T1 costringerebbe a realizzare il prolungamento della metro C partendo da piazzale Clodio. Questo, spiegava sempre Patanè, comporterebbe “il caos per 10 anni in un quadrante intensamente popolato e trafficato. Le talpe entrerebbero in una zona fortemente congestionata – diceva Patanè – e teatro di nuove realizzazioni come la seconda città giudiziaria. Dovremmo far uscire migliaia di metri cubi di terra con forti disagi”. Le talpe, secondo i progetti di Roma, dovevano entrare in azione da Farnesina, in una zona nella quale i disagi sarebbero stati certamente ridotti.
I fondi per la metro C
La questione dei fondi per realizzare la metro C di Roma parte da lontano. Nel 2022, infatti, il sindaco Gualtieri temeva che il governo non avrebbe stanziato i soldi per procedere con i lavori. Alla fine, dopo un incontro anche con il ministro Salvini, erano stati stanziati 2,2 miliardi di euro dal 2023 al 2032 per il completamento della tratta T2, il tratto che va da piazza Venezia e arriva sino a Clodio, della tratta T1 e l’adeguamento contrattuale per maggiori costi della tratta T3, da San Giovanni a Fori Imperiali.
Le reazioni
Diverse le reazioni e le critiche da parte di esponenti romani del Partito democratico. Il segretario del Pd Roma, Enzo Foschi, ha parlato di tagli “inconcepibili e assolutamente inaccettabili. La premier Giorgia Meloni, romana, continua a togliere risorse a Roma. Siamo arrivati a questo paradosso: una romana contro Roma. I consiglieri comunali di destra non hanno niente da dire? Noi non ci stiamo e, come Partito Democratico, daremo battaglia”.
“Il taglio dei fondi per la Metro C operato dal Governo Meloni è assurdo e incomprensibile e giunge alla vigilia del Giubileo, nel pieno dell’impegno che l’amministrazione comunale sta producendo per far crescere Roma con nuove e più efficienti infrastrutture di traporto” ha scritto, in una nota, il deputato del Partito democratico, Roberto Morassut – parliamo di opere che non hanno colore politico e dovrebbero vedere il concorso di tutte le amministrazioni e di tutte le istituzioni senza distinzioni di parte. Presenteremo un emendamento soppressivo di questo articolo della legge di bilancio. Meloni dimostri nei fatti il suo interesse per Roma”.
Interrogazione in Regione
La vicenda arriverà anche sul tavolo dell’assessore ai Trasporti della Regione Lazio, Fabrizio Ghera. Il consigliere regionale dem, Massimiliano Valeriani, presenterà un’interrogazione, indirizzata anche al presidente, Francesco Rocca, “per capire quali iniziative intendano intraprendere per affiancare il Campidoglio in questa legittima rivendicazione”, ha scritto Valeriani in una nota. “È incredibile che non si sia ancora capito il carattere punitivo di questo Governo nei confronti della città di Roma – ha spiegato Valeriani – questo taglio è solo l’ennesimo che viene compiuto nei confronti di infrastrutture strategiche che hanno al centro la Capitale ma che servono ai cittadini di tutta la provincia e del Lazio: l’anello ferroviario non verrà chiuso, il quadruplicamento Roma-Ciampino, e il raddoppio Cesano-Bracciano e Bagni di Tivoli- Guidonia non si faranno, la stazione Pigneto non è ancora partita e continua ad accumulare ritardi”.
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