Adesioni massicce all’invito dell’associazione Annalisa Durante: «La città metropolitana è fuori controllo, troppe armi e vite spezzate». Appuntamento in piazza Cavour alle ore 10
«Disarmiamo Napoli e liberiamola dalla violenza». Parte con quest’impegno la convocazione dell’assemblea pubblica di sabato prossimo, 9 novembre, in piazza Cavour, promossa da oltre 50 associazioni impegnate sul territorio cittadino e partita dall’associazione Annalisa Durante di Forcella, dopo le morti di Emanuele Tufano e di Santo Romano.
«La città metropolitana è fuori controllo. Decine e decine di ragazze e ragazzi hanno perso la vita in questi anni tra le strade della città: vite spezzate da guerre di camorra, da violenze urbane, dalla marginalità, da contesti che vanno liberati dall’ingiustizia, dalla prevaricazione e dalla sopraffazione», dice il presidente dell’associazione Annalisa Durante, Pino Perna. «Armi, troppe armi. Pistole, esplosivi, armi di medio e piccolo taglio circolano tra le strade, le piazze, i vicoli e le scuole della nostra Napoli e feriscono, ammazzano, provocando dolore e morte. Armi e droghe troppo facili da acquistare, che finiscono nelle mani di giovani, adolescenti, bambini e che vengono utilizzate senza controllo di giorno come di notte, quando gran parte della città spesso è lasciata in balia di bande e criminalità».
All’appello lanciato dall’associazione di Forcella hanno risposto reti e sigle del Rione Sanità, di Scampia, di San Giovanni a Teduccio, dei Quartieri Spagnoli, impegnate a diverso titolo nella lotta per la legalità. Dalla Caritas diocesana a Arrevutammece, dalla rete per il patto educativo al Gridas, da Libera a Legambiente. Un lungo elenco di realtà diverse accomunate da uno scopo comune: liberare Napoli dall’uso e dalla cultura delle armi. Che richiede però una strategia politica e culturale che deve strutturarsi e radicarsi nei luoghi e nel tempo.
«Sono passati trentanove anni dall’articolo di Giancarlo Siani che parlava dei muschilli, di minori sfruttati dalla camorra nei propri affari – precisa ancora Perna – e siamo ancora qui, a guardare attoniti ragazzini colpiti, coinvolti e travolti dalle stesse logiche violente; che anziché indebolirsi, sembrano radicarsi. Oggi quei minori dispersi, disperati, abbandonati non sono spariti, si sono moltiplicati e sono ancora più soli, più arrabbiati, senza controllo, capaci di commettere errori e tragedie terribili a causa dell’ambiente in cui nascono, crescono e vivono; ambiente fatto di codici, linguaggi, gerarchie violente e prive di morale. Minori inesistenti per la politica, le istituzioni e l’opinione pubblica, salvo attenzionarli sempre e solo dopo l’avvenire di queste tragedie».
Per evitare che si continui a parlare di risposte, e nel tentativo di prevenire un fenomeno ormai fuori controllo, l’assemblea chiederà una posizione chiara e netta, partendo dal potere dell’educazione: «Chiediamo che i temi dell’educazione, della prevenzione, dell’inclusione sociale delle fasce marginali debbano tornare al centro del dibattito politico campano – si legge sul manifesto – serve che su Napoli e sulla Campania ci sia un “disegno” vero e lungimirante, frutto di un patto costante tra istituzioni, mondo del terzo settore, scuola, associazionismo, realtà imprenditoriali, chiese e realtà religiose: occorre un lavoro dignitoso, una sicurezza senza retorica, un controllo del territorio e un piano educativo straordinario che contempli interventi straordinari dagli asili all’età adulta, e non provvedimenti presi sull’onda mediatica e che puntano solo sulla repressione, senza prendere in carico le persone e i contesti».
Di questo ed altro si parlerà il 9 novembre alle 10 in piazza Cavour. Un microfono aperto, un’assemblea per ascoltarsi e prendere parola pubblica insieme. Per aderire scrivere a: liberiamonapolidalleviolenze@gmail.com
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