ANCONA Ancora poco digitali e molto lente nella transizione verde. Le nostre imprese viaggiano sotto la soglia della media nazionale nei fondamentali segmenti hi-tech e green. Secondo le ultime rilevazioni fatte dalla Camera di commercio su un campione di 1.155 aziende, solo il 5,8% raggiunge il livello più alto di maturità digitale, a fronte di un 5,7% totalmente digiuno di innovazione, che inizia solo ora a muovere i primi passi sul digitale. I gruppi più nutriti sono quello degli “apprendisti”, poco sopra gli esordienti digitali, e degli specialisti, rispettivamente al 38,8 ed al 39,1%.
La sostenibilità
Le imprese esperte si fermano invece al 9,8% del totale. Non va meglio sul fronte della sostenibilità. La Camera di commercio ha progettato e sviluppato SUSTAIN-ability, una sorta di sondaggio online per aiutare le aziende a conoscere le proprie performance di sostenibilità in ambito ambientale, sociale e di governance. Il gruppo testato mostra un livello di sostenibilità di processi ed attività produttive per il 63,6% allo stadio iniziale; solo nel 32,7% dei casi è invece avviato. «Le performance di sostenibilità aziendale, pur nell’analisi di un campione ridotto, sono ancora troppo limitate», ammette l’ente camerale marchigiano. Un’immagine non esattamente brillante quella restituita dalla nostra regione, a cui fanno però da controcanto le 322 start-up iscritte alla sezione speciale del Registro imprese regionale.
Il circolo virtuoso
L’altra metà del cielo, insomma. «Le Marche si distinguono tra le regioni italiane più dinamiche nei settori dell’intelligenza artificiale, del digital twin e della cybersecurity – il plauso di Pierantonio Macola, presidente di Smau, la principale fiera italiana dedicata all’innovazione per imprese e start-up che si è tenuta a Milano il 29 ed il 30 ottobre – E questo grazie alla stretta collaborazione tra aziende, istituzioni e start-up». Collaborazione che si declina in diversi modi. Una delle realtà più virtuose è il programma Next Age sulla silver economy, nato su iniziativa di Cdp Venture Capital, AC75 Startup Accelerator Spa (acceleratore di imprese promosso da Fondazione Marche, Fondazione Cariverona e Università Politecnica delle Marche, con il supporto della Regione) ed il venture capital internazionale Orbit Startups. L’edizione 2024 del programma ha attirato nelle Marche più di 400 start-up della silver economy di cui il 50% italiane il 20% dal resto d’Europa e il 30% da altri 35 paesi di tutto il mondo. Cappello capace di generare la start-up che ha creato la prima app per misurare il livello di stress dell’utente e, tramite l’intelligenza artificiale, generare musica personalizzata in tempo reale per migliorarne il benessere mentale. O l’azienda innovativa che ha prodotto il dispositivo medico basato su una pedana collegata a una piattaforma digitale guidata da IA che identifica e risolve problemi posturali e malattie connesse.
Le risorse
C’è poi il sostegno pubblico: «Con la legge regionale sullo Sviluppo della comunità delle start-up innovative e il lancio della Smart Specialization Strategy 2021-2027 – spiega l’assessore allo Sviluppo economico Andrea Maria Antonini – la Regione punta a incentivare processi innovativi e sviluppi tecnologici per rafforzare le aree di specializzazione regionale». Mettendo sul piatto anche un bando di 9 milioni appena chiuso in cui sono stati presentati 205 progetti, per una richiesta di contributi totale di quasi 22 milioni di euro, pari a investimenti complessivi di oltre 32 milioni. L’altra metà del cielo è sempre più blu.
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