Sono stati esclusi dal probabile processo che ci sarĂ perĂ² solo per la truffa ai danni dello Stato. Ma una cinquantina di “esodati” di Casa Zero hanno presentato opposizione contro il provvedimento con cui il pubblico ministero Massimo De Bortoli ha chiesto che venissero archiviate le truffe ai privati rimasti intrappolati nell’esecuzione di lavori eseguiti con il Superbonus 110% dal consorzio di imprese di Nervesa della Battaglia. L’udienza davanti al gup si terrĂ il prossimo 15 gennaio 2025.
L’opposizione all’archiviazione si fonda su una memoria scritta in cui si lamenterebbero danni diretti subiti dal comportamento di Casa Zero, come ad esempio il cambio degli infissi – quelli vecchi rimossi e quelli nuovi mai installati- operazione sugli impianti di riscaldamento della casa o dell’acqua o il rifacimento del tetto, solo per fare alcuni esempi. In piĂ¹ ci sarebbe il nodo rappresentato dai crediti fiscali ceduti, che potrebbero teoricamente vedere i clienti dover rispondere all’Agenzia delle Entrate per gli importi delle cessioni.
L’inchiesta è stata chiusa nello scorso maggio e vede accusati – a vario titolo – di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, ricettazione oltre a svariati illeciti amministrativi a carico delle societĂ del gruppo, Fabio Casarin, 50enne che era il legale rappresentante del consorzio Casa Zero e delle societĂ del gruppo (Gruppo Casa Zero srl, Casa Zero srl, Casa Zero Lombardia srl, Casa Zero Friuli Venezia Giulia srl, tutte con sede a Nervesa della Battaglia), il 41enne montebellunese Alberto Botter, amministratore di fatto del consorzio e delle societĂ e fondatore del gruppo, gli asseveratori Massimiliano Mattiazzo, 57enne di Povegliano Andrea Pillon, 53nne coneglianese e Giorgio Feletto, 40enne anche lui di Conegliano. Infine nell’indagine compaiono i nomi di due consulenti del lavoro, Daniela Pacelli, 56enne di Treviso, del 45enne Alessandro Pacelli e di Roberto Brambilla, 50enne di Monza che, secondo la Procura, sarebbe un altro amministratore di fatto. Gli otto avrebbero fatto sottoscrivere contratti di appalto riguardanti interventi per i quali erano previste le agevolazioni del 110% con l’opzione per usufruire dello sconto in fattura o anche della cessione del credito corrispondente alla detrazione fiscale.
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