A ogni tesoro il suo segreto, a ogni frammento di bellezza il duro lavoro che ne accompagna la creazione. Così Le tre età di Gustav Klimt si svela sotto una nuova luce, grazie a un’importante indagine scientifica condotta dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma in collaborazione con la Galleria Nazionale dell’Umbria. Questo sodalizio ha portato a scoperte inedite, che arricchiscono la comprensione di uno dei capolavori più affascinanti dell’arte moderna.
Costantino D’Orazio, direttore del museo perugino, ha sottolineato: “La collaborazione tra la Gnam e la Gnu è cruciale per molteplici ragioni: da un lato, evidenzia l’importanza della ricerca sul patrimonio custodito nei nostri musei; dall’altro, propone un modello virtuoso di collaborazione tra istituzioni culturali, le quali sono chiamate a condividere i risultati delle proprie indagini con il pubblico. Dopo il grande successo della stagione estiva, siamo felici di poter offrire ai visitatori della mostra L’età dell’oro gli straordinari risultati emersi da queste analisi”.
Un team di specialisti del Cnr e del Centro di Eccellenza Smaart dell’Università di Perugia ha condotto approfondite analisi tecniche sul dipinto, avvalendosi di tecnologie all’avanguardia come l’imaging iperspettrale e la fluorescenza a raggi X. Grazie a questi strumenti, è stato possibile mappare con precisione i metalli presenti sulla tela, rivelando l’uso straordinario di oro, platino e argento, utilizzati da Klimt per donare alla composizione una luminosità unica. Gli abiti delle figure, i fondi e persino i dettagli dei capelli sono impreziositi da questi materiali.
Di particolare interesse è la scoperta che nella capigliatura della giovane figura centrale Klimt ha impiegato oro e ossido di ferro, creando delicati giochi di luce e ombra, con sfumature calde e avvolgenti. Questo dettaglio illumina il processo creativo dell’artista, il cui padre, orafo di professione, influenzò probabilmente l’inclinazione del figlio verso l’uso di materiali preziosi nella sua arte.
Le scoperte forniscono una nuova chiave interpretativa della fase aurea di Klimt, un periodo in cui l’artista trasforma la superficie della tela in un’esperienza sensoriale in cui la luce si fonde con la materia. Laura Cartechini, responsabile del Cnr-scitec di Perugia, ha spiegato come questa ricerca evidenzi l’importanza dell’integrazione tra arte e scienza. Le tecniche utilizzate hanno rivelato dettagli invisibili a occhio nudo, restituendo al pubblico un’opera da comprendere in tutta la sua profondità. Il lavoro meticoloso degli scienziati ha aperto un nuovo capitolo nella storia de Le tre età, rendendola, se possibile, ancora più preziosa.
Cristina Mazzantini, direttrice della Gnam, ha sottolineato l’inestimabile valore di questa sinergia tra istituzioni, evidenziando come una collaborazione così stretta consenta di indagare sempre più a fondo le opere d’arte.
Dopo il grande successo della mostra estiva alla Gnu, che ha visto oltre 62.000 visitatori ammirare Le tre età, l’opera tornerà a Perugia, il 26 ottobre, come protagonista dell’esposizione L’età dell’oro. L’evento sarà dedicato ai capolavori impreziositi dall’uso dell’oro e metterà in dialogo opere di diverse epoche.
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