Martedì il ministero del Turismo ha annunciato uno spostamento della data entro cui chi mette un immobile in affitto per periodi brevi deve munirsi del CIN, il “codice identificativo nazionale”: è un sistema introdotto quest’anno in tutta Italia, dopo le sperimentazioni in alcune regioni, per controllare e limitare il fenomeno degli affitti brevi, una tra le cause del cosiddetto overtourism e della crisi abitativa in molte città turistiche. La scadenza per dotarsi del CIN era inizialmente prevista per lo scorso settembre, ed è stata rimandata al 1° gennaio del 2025.
Il CIN si richiede tramite l’iscrizione alla Banca dati nazionale delle strutture ricettive e degli immobili in locazione breve e per finalità turistica (BDSR), gestita dal ministero del Turismo. Sostituirà i sistemi di riconoscimento regionali e permetterà di censire e tracciare su scala nazionale le locazioni turistiche di durata inferiore a 30 giorni: nella pratica è un codice di cui si deve dotare chi mette in affitto un immobile per periodi brevi, che dovrà essere indicato in ogni annuncio e che, tramite un bollino, dovrà essere visibile anche fuori dall’edificio in cui si trova l’immobile. Chi non lo farà potrà ricevere multe che vanno dalle centinaia alle migliaia di euro.
– Leggi anche: Da settembre entreranno in vigore le nuove regole per gli affitti brevi
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