Dopo Jac e Dongfeng, tocca a Chery guardare a Torino. I costruttori cinesi, evidentemente, tentano di infilarsi nei vuoti lasciati dalla produzione di Stellantis, con relativa sofferenza dell’indotto, e studiano l’Italia come terreno adatto per stabilirsi, aggirando così i dazi europei sulle loro vetture, anche per via dei possibili aiuti e incentivi che il governo ha messo sul piatto, pur di ottenere il fantomatico “secondo costruttore”. E Chery sembra avere le idee chiare, almeno per un primo insediamento da 100 posti di lavoro, soprattutto avendo già una testa di ponte in Italia. Mentre le altre migliaia di vetture, per il momento, saranno altrove.
Come vi avevamo raccontato ad aprile, il gruppo Chery – i cui marchi Oimoda e Jaecoo sono già commercializzati in Italia e anche tramite la DR – era tra gli interlocutori del ministro del Made in Italy Adolfo Urso, che aveva fatto presente la questione della fabbrica ex Maserati di Grugliasco, posta in vendita da Stellantis.
Adesso, però, al User Summit 2024 di Wuhu, è stato il ceo Shawn Xu a parlare direttamente di Italia. “Tra le varie possibilità c’è anche Torino, dove ci sono molte competenze ingegneristiche e del design“. L’obiettivo, al momento, non è però produrre automobili, tantomeno rilevare l’ex Maserati o uno degli altri siti offerti anche a Dongfeng: la Casa cinese, colosso da 42 miliardi di euro di fatturato annuo, intende aprire un centro di ricerca e sviluppo, con un centinaio di tecnici (molti, però, provenienti dalla Casa madre). In questo dovrebbe collaborare con Pininfarina, che ha già realizzato il design di alcuni modelli della Casa di Wuhu, se non arrivare addirittura a una joint venture. Al momento, dunque, le prospettive di lavoro per l’indotto sembrano a zero.
I piani per l’Europa della Casa – che compie in questo periodo 18 anni di attività – sembrano invece abbastanza chiari. Forse non in Italia, ma in Europa ci saranno stabilimenti per la fabbricazione di autovetture a marchio Jaecoo a partire dalla nuova Jaecoo 5, con l’obiettivo di farne 5mila al mese, di cui un migliaio in Italia dicono adesso, ma anche la Grecia è fra i paesi osservati. Il secondo step, poi, è il perfezionamento delle batterie allo stato solido, più leggere e performanti – ed economiche – per ricaricare un’auto in 10 minuti. Queste saranno prodotte in Spagna.
Quanto al Made in Italy, Xu ha anche parlato di Maserati: non per lo stabilimento di Grugliasco ma per il brand di Stellantis, che qualcuno vorrebbe in via di alienazione e con i cinesi di Xuhu pronti ad acquistarlo. “Ho sentito qualcosa, ma sono solo rumors” ha detto. Rumor non significa smentita…
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
***** l'articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link